Coronavirus, normalità sarà fine di Conte? No, fin che M5s e Pd reggono

di Bruno Tucci
Pubblicato il 29 Aprile 2020 - 11:58 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, normalità sarà fine di Conte? No, fin che M5s e Pd reggono

Coronavirus, normalità sarà fine di Conte? No, fin che M5s e Pd reggono (Foto Ansa)

La normalità nel futuro. Ma che cosa significherà un domani essere “normali”?

Diciamolo subito: niente sarà come prima.

Dovremo dimenticare certe abitudini, rivedere il nostro modo di vivere, ricordare il passato e convincerci che era bello vivere così.

Eppure lo ignoravamo magari criticandolo.

Innanzitutto: sarà un’Italia più povera?

A stare alle ultime notizie sembra di si.

Il Pil scenderà dell’otto per cento, l’agenzia di rating Fitch declassa il nostro Paese sostenendo che i titoli italiani sono vicini alla spazzatura.

Il ministro Roberto Gualtieri replica piccato: “Siamo solidi, non facciamoci ingannare da ipotesi maligne”.

Però, l’opinione pubblica vacilla, ascolta l’ottimismo del premier ma non si fida, perché la disoccupazione dilagherà ed un lavoratore su due sarà messo in cassa integrazione.

La gente si interroga, ma la comunicazione non è chiara: un giorno dice una cosa, il giorno dopo la smentisce.

Persino la Chiesa si divide: i Vescovi criticano il governo che continua a tener chiuse le chiese, il Papa li smentisce.

Dice che all’ora della Messa mattutina che bisogna essere prudenti e seguire le indicazioni dei virologi.

Ma le perplessità e i dubbi coinvolgono anche il comitato anti virus.

“In quel raduno di cervelli non c’è nemmeno un esperto”, dice chi la sa lunga. “Se non è il manuale Cencelli poco ci manca”.

Anche la destra è divisa, pure se le preoccupazioni non mancano tanto che l’ex ministro Massimo Garavaglia si incontra con Salvini e gli comunica in modo chiaro:

“La gente non si regge più e lo spread aumenta di giorno in giorno”.

La verità è che nel mondo politico regna la confusione.

Pure la sinistra soffre e non trova il necessario minimo comune multiplo.

Vede che il Governo non è più tanto sicuro di finire la legislatura e qualcuno si tira indietro per non rimanere all’angolo.

Il cammino si complica, così pure a Palazzo Chigi si teme che il futuro non sarà così roseo.

Se guardiamo fuori dall’Italia, la situazione non cambia.

La Francia fa marcia indietro per la paura di una recidiva, in Germania i contagi hanno ripreso ad aumentare perché si è voluto aprire troppo presto la fase due.

Se questo è lo stato di cose non solo in Italia, quale sarà il nostro futuro?

Ad esempio, ci dovremo abituare ad indossare abitualmente la mascherina ed i guanti?

Salire in autobus o in tram non sarà semplice come una volta: ci si dovrà distanziare.

I mezzi pubblici saranno obbligati a non viaggiare pieni come una volta.

Saremo costretti a rinunciare a certi privilegi.

Si dice addirittura che con il caldo in arrivo non sarà permesso accendere i condizionatori “perché pericolosi”.

Ed a proposito dell’estate: si andrà al mare e come ci si dovrà comportare? Anche in acqua dovremo gettarci con la mascherina?

E gli ombrelloni a che distanza dovranno stare gli uni dagli altri?

Il ministro Dario Franceschini minimizza ed assicura i vacanzieri: “Sarà una stagione made in Italy” e preannuncia un bonus per chi opterà di non andare all’estero nei mesi di luglio e agosto.

Quale sarà la cifra di questo “regalo”? Top secret, naturalmente.

Senza contare il pericolo di quanti dal Nord si trasferiranno al Sud dopo il 4 maggio.

Già i treni sono stati presi d’assalto e le prenotazioni sono proibite.

Anche gli aerei sono già strapieni, mentre i più abbienti hanno deciso di prendere una macchina a noleggio pur di scappare dalle regioni più infette.

Magari dividendosi la spesa in tre o quattro.

E la scuola che riaprirà a settembre? Nessuno, nemmeno il ministro dell’Istruzione, si azzarda a fare ipotesi.

Come saranno le classi e quanti saranno in ogni aula? Dalle istituzioni la cautela è un “must”.

L’Istituto Superiore di Sanità tira il freno e non è convinto che dal 4 maggio, torneremo gradualmente alla normalità.

Persino la presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia bacchetta chi guida il Paese:

“L’emergenza non cambia i diritti”, dice, rivolgendosi chiaramente all’ultimo decreto del premier.

Qualcuno azzarda: siamo ad un passo dalle elezioni? Dal Quirinale non arrivano segnali di questo genere. Pd e 5 stelle sono sicuri di arrivare sino in fondo. Troppo ottimisti?