Libertà di parola, per Giuliano Ferrara e tutti gli altri

ROMA – “Volete voi forse impedire a Giuliano Ferrara di comparire al tg1?”, così piagnucolava un deputato berlusconiano di fronte alla valanga di proteste che si era abbattuta sulla testa dell’Augusto direttore dopo la messa in onda di un lunghissimo editoriale, nel quale il prode Giuliano aveva impugnato la scimitarra e si era dedicato al massaggio dei giudici, dei giornalisti, dei gruppi editoriali considerati ostili, degli scrittori e di chiunque, donne comprese, non comprenda le ragioni del presidente del Consiglio e della sua sacrosanta ribellione di fronte ad un complotto ordito secondo il copione della polizia segreta della Germania ex comunista. Ovviamente stiamo solo riferendo il pensiero del cavaliere di Arcore.

Ora sulla Germania comunista e sui metodi della polizia segreta di quel paese, Berlusconi potrebbe chiedere lumi all’amico Putin che, in quel settore, fu un maestro. Del resto di quel metodo si sono scorte le tracce su alcuni giornali di famiglia, quando fu pubblicato il dossier sulla signora Veronica, o quello su Boffo, o quando una troupe venne mandata a spiare il giudice Mesiano, una scena quest’ ultima che davvero sembrava tratta di peso dal film ” Le vite degli altri”, che tanto ha colpito la fantasia di Berlusconi.

Proprio perchè non ci piacciono nè i metodi di quella Germania est, nè quelli dell’amico Putin, nè le leggi bavaglio o i regolamenti manette, non possiamo che difendere il diritto di Minzolini a mandare in onda Giuliano Ferraara, direttore di un quotidiano e comunque un commenatore mai banale.

Non è in discussione, dunque, il diritto di Ferrara ad esprimere la sua opinione, ci mancherebbe pure questa!, quello che è in discussione è il Minzulpop, per riprendere il titolo di un interessante libro pubblicato dalla casa edirtice Nutrimenti.

Perchè quella di Ferrara era l’unica voce? Perchè da settimane si nascondono le notizie sgradite al capo supremo? Per quale ragione i dati della autorità di garanzia segnalano che la principale tesatta del servizio pubblico è ormai diventata un foglio di partito più simile al tg4,per altro, che non al Foglio di Ferrara?

Perchè tacciono le medesime autorità di garanzia? Come mai il direttore Masi, in questo caso, non ha chiesto il diritto alla replica per i soggetti randellati? Perchè non ha chiamato in diretta per far sentir la sua voce, come pure aveva fatto durante la trasmissione ” Annozero”?.

Non è duqnue in discussione l’editoriale di Ferrara, ma i mancati editoriali degli altri direttore dei giornali italiani, ai quali non sarò consentito di intervenire ed in particolare non sarà consentito a Ezio Mauro, a Umberto Eco, a Roberto Saviano, ai giudici italiani, alla corte costituzionale, a tutti soggetti abbondantemente colpiti e talvola ingiuriati, ai quali viene anche applicata la pena aggiuntiva del silenzio e della censura.

Non contenti di aver occupato le prncipalii postazioni mediatiche hanno ora deciso di preparare un regolamento bavaglio da far approvare alla maggioranza della commissione di vigilanza.

Tanto per capirci vorrebbero persino introdurre una norma che imponga alle trasmssioni di non occuparsi di un argomento quando sia già stato trattato da altra trasmissione, quindi se per caso Porta a Porta il lunedì dovesse mai occuparsi delle intercettazioni, le altre dovranno astenersi dal farlo. Guarda caso il lunedì va in onda solo la trasmissione di Vespa…..

Non contenti hanno persino inserito una sorta di norma retroattiva che dovrebbe impedire a chi ha svolto un ruolo poltico di condurre una trasmissione. Lodevole proposito, peccato che abbia il dichiarato scopo di colpire il solo Santoro, così come ha più volte ordinato il padrone del governo e del polo raiset.

Non occorre essere dei pericolosi estremisti per rilevare cone questo testo puzzi di censura preventiva, sia in contrasto con le stesse norme costituzionali, anzi, per restare in tema, sembra quasi essere stato ricopiato da quache circolare riservata reperita negli archivi di quella Germania est che, insieme alla Bulgaria e alla Russia, sembrano aver attratto l’irresistibile attenzione di Berlusconi e dei suoi consiglieri.

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