Fallito Berlusconi, cosa ci aspetta da Monti

di Marco Benedetto
Pubblicato il 13 Novembre 2011 - 21:44| Aggiornato il 14 Novembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

Mario Monti a Palazzo Chigi (Lapresse)

ROMA – Silvio Berlusconi si è dimesso e molti hanno esultato, molti invece hanno seguito sconcertati la vicenda, divisi dalla linea di convinzione politica e di voto. La vicenda certo non può esaltare, perché nelle dimissioni di un capo del governo della nostra Italia determinate da fattori esterni alla politica italiana, quali libere elezioni, anzi, all’Italia, non vedo cosa ci sia da gioire.

I problemi che hanno portato alla sua caduta, i problemi politici, non quelli moralistici e estetici, sono ancora tutti lì e il suo successore, Mario Monti, non ha poteri magici né dittatoriali. Rispetto a Berlusconi e a qualsiasi altro politico ha un vantaggio, che non deve rispondere a un elettorato se ne calpesta interessi particolari. Dovrà però passare per il voto di un parlamento che, per quanto emasculato da anni di riforme striscianti, agirà sempre e comunque secondo calcoli elettorali.

La vicenda di Berlusconi, con il crescendo finale e il suo epilogo, è illuminante.

Berlusconi è stato vittima di se stesso, un po’ del suo mito di superuomo, molto di più a causa della contraddizione politica grazie alla quale è rimasto al centro della scena per quasi vent’anni ma che alla fine lo ha trascinato a fondo.

La stessa dimensione dei suoi successi, come imprenditore e come politico, lo ha inebriato, accecato, facendogli credere di appartenere a una super categoria di semidei, prossimi all’immortalità, cui tutto è lecito e permesso. Viviamo invece in un sistema internazionale, dove le buone maniere, le convenienze, le convenzioni, insomma la forma contano quanto la sostanza.

Invece Berlusconi ha ridotto tutto a una comica figura ridicola, tra capelli dipinti sul cranio e bunga bunga, con un disastroso effetto sulla già precaria e traballante immagine che ci accompagna nel mondo.

Ma questo non basta. Una causa del fallimento di Berlusconi è stata la motivazione all’origine della sua entrata in politica, che non era, appunto, la politica, ma la difesa delle sue tre reti tv, ossessiva e assoluta (ma che Mediolanum, ma che Mondadori, solo le sue tv).

Però la causa principale del fallimento politico di Berlusconi è, appunto, politica. Berlusconi non ha occupato Palazzo Chigi in tutti questi anni in base a un mandato elettorale personale e univoco. Questo se lo diceva da solo, per convincersi.