Vaticano, Ior e riciclaggio nel mirino del Dipartimento di Stato Usa

di Pino Nicotri
Pubblicato il 13 Marzo 2012 - 12:07| Aggiornato il 25 Maggio 2012 OLTRE 6 MESI FA

Il Dipartimento di Stato Usa ha parlato chiaro e lo ha messo per iscritto: il Vaticano è un Paese “vulnerabile al riciclaggio di denaro”. Esattamente come Yemen, Romania, Vietnam, Albania, Egitto, Repubblica Ceca, Corea del Sud, Malaysia, e Yemen. La magra consolazione è che non si trova ancora, per adesso, nella lista nera, quella bollata con l’avvertenza “estremo allarme” e formata da Afghanistan, Australia, Brasile, Cina, Giappone, Inghilterra, Isole Cayman, Russia, gli stessi Stati Uniti, Uruguay e Zimbawe. Può parere strano o anche impossibile che un piccolo Stato con meno di mille abitanti possa essere una “lavatrice” di soldi sporchi e resta finora un mistero dove vada a finire il fiume di denaro che, a quanto sostiene il Dipartimento di Stato, vi scorre impetuoso grazie al comodo alveo della banca vaticana IOR. Un piccolo Stato, ma è un fatto che la cosiddetta Santa Sede nell’International Narcotics Control Strategy, cioè nel Rapporto sulla Strategia per il Controllo del Narcotraffico stilato ogni anno dal Dipartimento di Stato, figura nella categoria dei Paesi con “giurisdizioni preoccupanti”.

E devono essersene accorti e preoccupati anche in Vaticano visto che l’anno scorso per la prima volta è stato varato un programma antiriciclaggio. Per capire se può funzionare o no ci vorrà però almeno un anno.

Le parole pesanti più delle pietre scritte nel Rapporto fanno pensare che Oltretevere dalla misteriosa morte a Londra del “banchiere di Dio” Roberto Calvi, avvenuta nell’82, vale a dire 30 anni fa, non è cambiato niente. Il 7 maggio 2010, la Corte d’Assise di Roma ha assolto tutti gli imputati per l’uccisione di Calvi, amministratore delegato del Banco Ambrosiano, ma nella sentenza ha specificato che “Cosa Nostra impiegava il Banco Ambrosiano e lo IOR come tramite per massicce operazioni di riciclaggio”. Grazie alla paura che l’intero mondo politico ha di inimicarsi buona parte dell’elettorato creando un caso diplomatico con la Santa Sede, la magistratura italiana non è mai riuscita a ottenere nessuna collaborazione della autorità dello IOR e dello Stato pontificio.

Papa Ratzinger lo scorso aprile ha dettato nuove norme contro il riciclaggio di denaro, finora però l’unico risultato è stato un aumento delle trame e delle camarille all’ombra del Cupolone. Per capire se qualcosa comincia a cambiare si dovrà aspettare che Dipartimento di Stato scriva il prossimo Rapporto sulla Strategia per il Controllo del Narcotraffico.