Scajola, quella poltrona vuota da due mesi è un monumento al conflitto di interessi di Berlusconi

di Paolo Gentiloni
Pubblicato il 28 Giugno 2010 - 18:34| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Scajola il giorno delle dimissioni

A fine settimana saranno passati due mesi dalle dimissioni di Claudio Scajola. “Questione di pochi giorni” aveva detto allora Silvio Berlusconi a proposito del proprio interim al Ministero dello Sviluppo Economico. Ma mentre si nominano ministri inutili come Brancher, quella poltrona resta vuota. Simbolo della paralisi che affligge la maggioranza di centrodestra, e vero e proprio monumento al conflitto di interessi.

Da un lato colpisce la leggerezza con cui il Governo lascia marcire circa 170 dossier sulle principali crisi aziendali, normalmente gestiti dal Ministro dello Sviluppo e oggi solo in minima parte affidati alla supplenza di Sacconi e all’onnipresenza di Gianni Letta. Per non parlare delle azioni anticicliche che anche in un periodo magro come l’attuale qualsiasi governo cerca di innescare e che ricadono anch’esse sotto la responsabilità del Ministro mancante. O dei fondi Fas, in principio destinati al Sud e ormai sottratti al Ministero dello Sviluppo e usati come fondo-cassa da Berlusconi e Tremonti.

Non è meno grave la noncuranza con cui il proprietario di Mediaset continua ad essere formalmente responsabile del settore delle Comunicazioni. Immagino l’imbarazzo negli uffici dell’ex Ministero (oggi semplice Dipartimento) di Largo Brazzà. Certo, c’è il viceministro Romani. Ma alcuni atti e alcuni decreti vanno necessariamente firmati dal Ministro. Sarà Berlusconi a firmare il Contratto di Servizio con la Rai, pronto da un paio di settimane? E sarà sempre lui ad assegnare a Mediaset e agli altri le frequenze in base al Piano approvato da Agcom?

Anche gli atti del Dipartimento Comunicazioni che non richiedono la firma del Ministro configurano un inedito e gigantesco conflitto di interessi, visto che influiscono quasi sempre, direttamente o indirettamente, sulle proprietà di Berlusconi. E visto che tutti gli uffici del Ministero ricadono sotto la sua responsabilità politica di Ministro.

Insomma, una situazione indecente. Cosa si aspetta a rimuoverla, un altro richiamo del Presidente Napolitano? E perché non interviene l’Antitrust, che dovrebbe occuparsi di conflitto di interessi?