Politica e coronavirus, chi spaventa di più? Civici, Europa, Salvini, stranieri in fuga: è caos

di Bruno Tucci
Pubblicato il 26 Maggio 2020 - 09:46 OLTRE 6 MESI FA
2020. Politica e coronavirus, chi spaventa di più? Civici, Europa, Salvini, stranieri in fuga: è caos

Politica e coronavirus, chi spaventa di più? Civici, Europa, Salvini, stranieri in fuga: è caos (Nella foto Ansa, il ministro Boccia con la moglie Nunzia De Girolamo)

Poltica e coronavirus. Il coronavirus spaventa ancora. Ma la politica spaventa di più. Nonostante i dati dicano che bisogna essere ottimisti, gli italiani hanno ancora una gran paura del Covid19. Secondo un ultimo sondaggio il 67 per cento di noi trema alla sola pronuncia di quella maledetta parola e non si fida. Perché? Come mai, l’autorevole parere dei molti esperti messi in campo dal Governo non ha la forza di respingere Il timore di una ricaduta che travolge una gran parte del Paese?

Sono i numeri a non tranquillizzare la gente. Eccone alcuni esempi: 8oo comuni sono a rischio bancarotta; le aziende straniere sono in fuga dal Sud: l’Ilva di Taranto, la Jabil di Caserta, la Whirlpool a Napoli stanno facendo le valigie se non le hanno già fatte. E in alcune città, il pessimismo dilaga. Dice il sindaco di Torino la grillina Chiara Appendino: “Se continua così, fra qualche giorno non ritireremo più la spazzatura”

Così, due italiani su tre bocciano l’Unione Europea e nel Paese cresce la sfiducia. Anche perché è la classe politica a rendere ancora più insinuante questo stato d’animo. A Palazzo Chigi, ogni giorno, il premier Conte deve indossare gli abiti del mediatore perché le liti sono continue e non si fermano nemmeno quando i problemi del Paese sono alle stelle.

Avviene quindi che invece di preoccuparsi di far nascere iniziative che invoglino la ripresa economica, la politica si accapiglia sugli assistenti civici. Quel gruppo di 60 mila volontari che il ministro Boccia avrebbe voluto per aiutare il lavoro dei sindaci. I sindaci di tutta Italia somo impegnati contro la leggerezza e la superficialità di qualche stravagante concittadino.

La prima ad alzare la voce e a puntare il dito nei confronti del suo collega è la ministra degli Interni Luciana Lamorgese, che protesta perché nessuno l’ha avvertita di questa iniziativa. Aveva ottenuto titoli a tutta pagina su gran parte dei quotidiani.  L’idea svanisce in 24 ore. Probabilmente di questi “poveri innocenti” non se ne sentirà più parlare. Se non per essere adoperati come assistenti sociali senza nessun compito di polizia.

La rissa in politica si fa violenta e su un quotidiano che guarda molto a sinistra si parla di Boccia come “persona civica a bara”, parafrasando un vecchio adagio popolare. I fronti su cui si fonda il braccio di ferro sono tanti. C’è solo la difficoltà della scelta.  

Matteo Salvini, comunque, la fa da padrone: primo, perché il suo partito da agosto ad oggi ha perso diversi punti in percentuale; secondo, perché il leader della Lega è sempre nell’occhio del ciclone per le sue vicende giudiziarie.

Ed ecco che a questo punto si innesta la grande spaccatura che coinvolge la Giustizia e il Consiglio Superiore della Magistratura. Uno spettacolo desolante in cui la gente non ci si raccapezza più.

A gettare acqua sul fuoco è da ultimo il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ex magistrato, che affonda il coltello nella piaga dicendo: “Andavo bene solo quando attaccavo o parlavo male di Berlusconi”. Si salvi chi può, avremmo voglia di scrivere.

Senonchè al bailamme che investe l’opinione pubblica, è sempre Roma Capitale a tenere in alto la bandiera delle polemiche. Tutto gira attorno alla ricandidatura del sindaco Virginia Raggi nelle elezioni del prossimo anno.

Rispondendo giorni fa ad un giornalista Nicola Zingaretti nella sua doppia veste di leader del Pd e di governatore del Lazio, aveva affermato: “Per i romani, questa non è una notizia, ma una minaccia”.

Ieri nella diatriba è intervenuto Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e esponente di spicco dei 5 Stelle. In favore di chi? Naturalmente della Raggi e questo, tanto per gradire, potrebbe essere un ulteriore scoglio alla navigazione del Governo che si basa su un’alleanza fra Grillini e democratici. Se i due litigano su una questione di fondo come quella del Campidoglio si riuscirà ad andare avanti? Spetta al mediatore di Palazzo Chigi replicare e mettere ordine.