Ruby, le tasse e la Minetti: Berlusconi e tre smemorate bugie

di Riccardo Galli
Pubblicato il 3 Gennaio 2013 - 15:18 OLTRE 6 MESI FA
Silvio Berlusconi

ROMA – “Ruby la nipote di Mubarak? Io non l’ho mai detto”. Venghino siori venghino, che lo spettacolo va a incominciare… Ormai onnipresente su Mediaset e dopo che la Rai gli ha un po’ chiuso le porte, il tour elettoral/televisivo di Silvio Berlusconi ha fatto ieri tappa sulle frequenze di Sky. Il Cavaliere si è mostrato in gran forma, con una grandissima voglia di parlare e soprattutto pronto a sfoderare la sua arma migliore: la faccia tosta. “Mai promesso di abbassare le tasse al 33%”, ha rivelato smentendo se stesso su questo tema oltre che su quello degli augusti natali, presunti, di Ruby rubacuori. Una vecchia abitudine questa di Berlusconi. Così vecchia che già molti anni fa la satira lo prendeva in giro dicendo “Presidente, ha promesso che il ponte sullo Stretto sarà pronto in 18 mesi… Possiamo dire che l’ufficio smentite è già al lavoro?”. Ma un’abitudine a cui, si vede, si va aggiungendo dell’altro. Forse stanchezza.

Ruby era “figlia di una famiglia vicina come grado di parentela al presidente egiziano” ha rivelato il Cavaliere. Peccato che lo stesso Berlusconi disse, al telefono con la questura di Milano, che la ragazza gli era “stata segnalata come la nipote del presidente Mubarak”. Una questione questa che, se non riguardasse l’ex presidente del consiglio nonché il nuovamente candidato premier, e non fosse oggetto di un procedimento penale, potrebbe essere serenamente archiviata come la vicenda di un non più giovanissimo latin lover che cerca di salvare la faccia dopo essere stato beccato.

Ma le bugie assumono peso anche in relazione al soggetto che le pronuncia. E se è noto che Berlusconi frequentemente cade nell’equivoco di smentire, e quindi sbugiardare se stesso, è altrettanto vero che il suo ruolo impone di dare peso alle sue parole. E allora quello andato in onda ieri è stato l’ennesimo show di un Berlusconi pronto a promettere tutto e il contrario di tutto, l’ennesimo show di quello che sicuramente è un uomo “da palcoscenico”, molto italiano e un po’ spaccone (“sono la persona più democratica che esiste, non so dare ordini”, “sono l’italiano più europeista che si possa incontrare”, “io, col solito spirito di generosità”, “questa televisione – riferendosi a Sky – l’ho fondata io”), ma uno show in cui è emerso anche dell’altro. Le spacconate, le bugie e le versioni ritoccate dei fatti non appaiono più solo come la manifestazione verbale di una visione del mondo piegata alla visione dell’io, ma come anche il segno di qualche dimenticanza, di qualche inciampo della memoria. Insomma, nelle bugie di Berlusconi di ieri non c’era solo la nota e storica verve del Cavaliere, ma anche un pizzico di malcelata stanchezza.

Altro gioiello il tema tasse: “Non ho mai promesso la riduzione delle tasse al 33%” ha affermato l’ex premier. Non l’ha mai promesso tranne che in 3 occasioni: 8 marzo 1994 “se un italiano pagasse non il 30, ma il 33 per cento di quanto guadagna, sono convinto che avrebbe meno interesse ad evadere e globalmente il gettito fiscale avrebbe un incremento”; 14 novembre 2004 “vogliamo ridurre entro il 2006 le aliquote delle imposte personali sul reddito al 23 e 33 per cento”; 31 marzo 2008 “raggiungere il traguardo di aliquote al 33 per cento è possibilissimo”.

E ne ha per tutti il Cavaliere, non solo per le promesse che lui “ha sempre mantenuto”, ne ha per Antonio Ingroia: “Non ho strizza di lui ma vengono i brividi a pensare come facesse il magistrato” come per Monti che accettando di fare “il leaderino del centrino” ha tradito la parola data al Presidente della Repubblica e al Paese. Accenna ad Angelino Alfano che “non ha avuto tempo per farsi conoscere” e quindi forse per questo sarà stato scartato dal televoto di Amici e accenna alla Minetti che doveva portare gli ospiti internazionali alla scoperta delle meraviglie architettoniche della Lombardia. Ma il soggetto preferito di Berlusconi è Berlusconi, e così parlando ai microfoni di Sky, nella speranza che Maroni e i suoi fossero in ascolto, ha detto che lui è si leader della coalizione, ma non è detto che debba essere il candidato premier. E poi la chiosa, invitato ad un futuribile confronto tra i candidati alle politiche, tema molto caro all’emittente satellitare, ha risposto: “Ben volentieri, ma se ritenete torno anche da solo”.