Sondaggi elezioni 11 giugno: M5s quasi sempre terzo e fuori dai ballottaggi

di Riccardo Galli
Pubblicato il 10 Aprile 2017 - 13:40 OLTRE 6 MESI FA
Sondaggi elezioni 11 giugno: M5s quasi sempre terzo e fuori

Sondaggi elezioni 11 giugno: M5s quasi sempre terzo e fuori (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Sondaggi molto anticipati per le elezioni comunali dell’11 giugno. Molto anticipati, poco tarati quindi ma anche sorprendenti. La sorpresa è che nel voto amministrativo M5S arriverebbe quasi sempre terzo al primo turno e quindi resterebbe con poche eccezioni fuori dai ballottaggi.

Nel giorno in cui a Genova i magistrati danno ragione alla candidata defenestrata del Movimento 5 Stelle Marika Cassimatis, rimettendola in corsa per le Comunali del prossimo giugno, un’altra brutta notizia arriva riguardo questo appuntamento elettorale sul tavolo di Grillo e soci. I grillini sarebbero infatti fuori dai ballottaggi delle città più grandi chiamate al voto, dove si riproporrebbe sostanzialmente un dualismo centrodestra-centrosinistra. Con l’unica eccezione di Taranto.

I sondaggi, come ricordano gli ultimi grandi ‘eventi’ elettorali, dal voto sulla Brexit all’elezione di Donald Trump, è sin troppo noto che manchino anche clamorosamente l’obiettivo, prendendo granchi pazzeschi. Come sono però anche vere alcune considerazioni che posso dar più sostanza a questi dati numerici. Facendo scattare magari un campanello d’allarme in casa 5Stelle. Il prossimo 11 giugno si voterà per il rinnovo delle amministrazioni comunali in molte zone d’Italia in quello che sarà un test interessante proprio perché coinvolgerà città spalmate su tutto il territorio nazionale.

Al voto andranno otto comuni sono sopra i centomila abitanti (Genova, Monza, Padova, Palermo, Parma, Piacenza, Taranto e Verona), due capoluoghi di regione (L’Aquila e Catanzaro) e altre piazze interessanti come la Piacenza di Pierluigi Bersani e le città toscane come Lucca, Pistoia e Carrara. E poi Alessandria, Asti, Cuneo, La Spezia, Lecce e ancora Trapani.

Tra tutte queste città, stando ai sondaggi fatti da Ipsos ed Euromedia e riportati da Fabio Martini su La Stampa, il Movimento Cinque Stelle sarebbe fuori dai ballottaggi e al palo in tutto il Nord e al Centro. Mentre il centrodestra sembrerebbe poter andare ai ballottaggi quasi ovunque. Terzo e fuori dai ballottaggi M5S a Monza, Padova, Verona, Piacenza, Parma, Genova, Palermo, Catanzaro. Tra le città più grandi chiamate al voto i grillini non cadrebbero al primo turno solo a Taranto, dove il ruolo giocato dall’Ilva e dall’inquinamento creato è forse decisivo.

E se da una parte è vero quello che sottolineano Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e responsabile enti locali del Pd, e Pippo Civati, leader di ‘Possibile’, e cioè che nonostante la frattura del referendum del 4 dicembre quasi ovunque il centrosinistra si presenterà unito a queste elezioni amministrative. Come è vero che anche il centrodestra riesce in occasioni come queste a riproporre quell’unità che a livello nazionale sembra irraggiungibile. E’ anche vero che proprio dalle elezioni amministrative i 5Stelle hanno iniziato la loro ‘scalata’ verso Roma che contano di coronare conquistando il governo alle prossime politiche. Mettendo insieme i vari elementi, dai sondaggi alla composizione delle alleanze, si potrebbe comporre a giugno un quadro paradossale per il Movimento di Beppe Grillo e del giovane Casaleggio.

Un quadro dove nella Genova del fondatore il Movimento potrebbe pagare carissime le liti interne, i ricorsi alla magistratura e alle carte bollate, lasciando strada all’odiato PD+L in una partita di cui rimarrebbero meri spettatori. Un quadro dove non sono scomparsi il malessere e le ragioni che stanno dietro al boom dei 5Stelle, ma dove questi pagano gli errori fatti. Da Parma dove l’ex Pizzarotti cacciato dal Movimento correrà ora per conto suo e i 5Stelle non è nemmeno detto che presentino una candidatura, ed è la prima grande amministrazione conquistata dall’allora praticamente neonato Movimento, sino al caso Roma, vittoria di grande lustro trasformatasi in zavorra. Di contro sia il centrodestra che il centrosinistra a livello locale sembrano ritrovare quell’unità e dimenticare quella litigiosità che li accompagnano nella politica nazionale. Se i sondaggi avranno ragione o allungheranno la loro lista ‘nera’ lo sapremo tra un paio di mesi.