Omicidio Mariano Bacioterracino, al killer dissero: “Fatti la plastica facciale”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Settembre 2013 - 11:42| Aggiornato il 10 Novembre 2014 OLTRE 6 MESI FA
Omicidio Mariano Bacioterracino, al killer dissero: "Fatti la plastica facciale"

Costanzo Apice spara alla testa di Mariano Bacioterracino

NAPOLI – Costanzo Apice, condannato all’ergastolo in primo grado per l’omicidio di Mariano Bacioterracino nel 2009, fu accusato e condannato per un video che lo identificava. Nel video si vede Apice avvicinare Bacioterracino, chiedergli “sei Mariano?” e aprire il fuoco. Il video permise l’identificazione e la cattura del presunto killer e ora il pentito Antonio Zaccaro rivela: “I boss gli offrirono di farsi una plastica facciale per cambiare volto”.

Leandro Del Gaudio su Il Mattino ricorda l’omicidio avvenuto in via Vergini nel rione Sanità nel 2009:

“Quando venne pubblicato quel video, quello dell’omicidio in via Vergini alla Sanità, il killer con il cappellino si trovò di fronte a un bivio: accettare il consiglio del clan e cambiarsi i connotati grazie a un chirurgo estetico agli ordini della camorra; o rifiutare l’offerta, forse temendo di finire in una trappola degli amici di un tempo”.

Durante il processo d’Appello il boss pentito Zaccaro ricostruisce moventi e dettagli dell’omicidio:

“Ma anche le complicità e gli aneddoti, a cominciare da quella plastica facciale da realizzare in un non meglio precisato «capannone», «grazie all’appoggio degli afragolesi», all’epoca in buoni rapporti con alcuni clan di Secondigliano. Inevitabile una domanda: è un espediente buono per i killer ripresi da videocamere o era una trappola per liquidare un personaggio diventato scomodo? Fatto sta che il racconto di Zaccaro entra nel processo a carico di Costanzo Apice, quanto basta a fare luce su strategie e scenari della camorra napoletana”.

Secondo Zaccaro l’ordine di uccidere Bacioterrracino arriva per vendicare la morte di Gennaro Moccia, ucciso in un agguato a metà degli anni Ottanta. Tra gli esecutori dell’agguato vi sarebbe stato anche Bacioterracino, secondo i boss che ne hanno ordinato la morte:

“In sintesi: «Bacioterracino era un superstite, aveva partecipato a quel delitto, doveva morire». Una versione che conferma il movente indicato dai pm Sergio Amato e Enrica Parascandolo, nel corso delle indagini costate per il momento la condanna di Costanzo Apice. Stando alla ricostruzione della Procura, ci sarebbe stato un accordo tra alcuni soggetti di Afragola e i clan di Secondigliano (in particolare Gennaro Sacco, ucciso nel 2009 assieme al figlio) per chiudere un conto nel corso dei decenni”.

Zaccaro poi racconta:

“«Costanzo se ne andò in vacanza, in una zona vicina ad Arezzo, poi qualche giorno a mare nel Casertano. Fu proprio Costanzo Apice a raccontarmi come erano andate le cose, prima di sparire, poi quando la Procura decise di pubblicare quel video, ci furono inevitabili contraccolpi. Gli dissi di consegnarsi alla polizia, anche se Costanzo Apice era abbastanza convinto che non potevano condannarlo, perché dalle immagini – a suo dire – non era possibile risalire con certezza al suo volto. Gennaro Sacco gli propose di sottoporsi a una plastica del volto, grazie all’appoggio degli afragolesi, che avrebbero messo a disposizione un capannone». Un espediente per sfuggire alle immagini delle telecamere o una trappola per uccidere un killer di fiducia diventato troppo ingombrante a causa delle immagini finite sul web? “.