Pil: con sesso e droga l’economia Italia più grande dell’1 o 2%

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Giugno 2014 - 07:33 OLTRE 6 MESI FA

Pil: con sesso e droga l'economia Italia più grande dell'1-2%LONDRA – Calcolare l’impatto del traffico di droga e prostituzione sull’economia italiana porterebbe ad un aumento del Pil dell’1-2 %. A fare i conti è il Wall Street Journal. Non importa da dove vengono e dove vanno: se circolano, i soldi devono essere contati. Si conosce sempre la provenienza del denaro guadagnato legalmente, ma non il modo in cui viene speso.

In Olanda, Svezia, Finlandia e Norvegia già si contabilizza e si quantifica l’apporto di queste attività illecite nel circuito economico nazionale, secondo quanto riportato dalla BBC. Ora inizieranno a farlo anche l’Italia, l’Inghilterra e l’Irlanda. Economisti  ritengono l’inclusione di droga e prostituzione un bene: se le vendite di droga non sono incluse, si potrebbe erroneamente giungere alla conclusione che la popolazione risparmi i soldi spesi invece in sostanze stupefacenti.

”Alcuni paesi europei potrebbero avere degli incentivi extra a gonfiare la taglia della loro economia: un Pil maggiore aiuta infatti il debito e il deficit a restare nei limiti dell’Unione Europea” afferma il Wall Street Journal, sottolineando che il Bureau of Economic Analysis, che calcola il Pil americano, ”non ha al momento intenzione di includere la spesa in attività illecite”. L’economia americana sarebbe il 3% piu’ grande se le regole europee fossero adottate. La Gran Bretagna vedrebbe il valore del suo pil aumentare di 9 miliardi di dollari includendo la prostituzione e 7,4 miliardi di dollari includendo le droghe illegali, con una spinta del 3-6%.

Prostituzione, traffico illegale di droga, gioco d’azzardo, pirateria dei software e beni rubati potrebbero iniziare ad essere misurati perché in un modo o nell’altro incidono e alterano i reali bilanci di una nazione. Quantificarli aiuterebbe inoltre a capire il peso di queste attività in ciascuno dei Paesi membri dell’Ue, per arrivare a una considerazione globale del fenomeno.

Come fare tuttavia a calcolare l’impatto di aziende che non presentano allo Stato nessuna dichiarazione dei redditi? L’ufficio statistico europeo Eurostat ha lanciato alcune linee guida per misurare le attività illegali. Dicono per esempio che bisogna partire dal fatto che il traffico di droga e la prostituzione devono essere considerate attività domestiche, anziché commerciali. La prima va monitorata dal punto di vista della domanda (quanta droga acquistata dai rivenditori), la seconda dal punto di vista dell’offerta (quanto guadagnano le prostitute).

Alcune spese sono deducibili: quanta energia elettrica ci vuole per coltivare la cannabis, quanti soldi si spendono per affittare un luogo in cui incontrarsi con una prostituta, cui si aggiunge l’acquisto di preservativi e oggettistica varia. Le statistiche devono prendere in considerazione i guadagni di prostitute che risiedono nel Paese da almeno un anno.