Ria McCarthy, sexy modella alternativa metà sarda, metà irlandese FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Aprile 2015 - 13:02 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ria E. MaCarthy è una delle fotomodelle alternative più famose e apprezzate a livello internazionale. La ragazza ha un cognome straniero dato che è nata a Cork in Irlanda, il paese del padre. A tre anni, Ria è andata a vivere in Sardegna dato che la mammaè originaria della Gallura. Qui ha studiato prima di trasferirsi per motivi lavorativi a vivere vicino Varese. La giovane torna però spesso in Sardegna per riabbracciare la famiglia.

A farla conoscere al grande pubblico è stata la trasmissione Lucignolo.  A renderla invece famosa, in origine solo ad una cerchia ristretta di ammiratori, è stato il sito “Suicide Girls” che pubblica foto di belle ragazza sexy dall’aria un po’ punk. La Nuova Sardegna l’ha incontrata e intervistata.

A proposito di Sardegna: la trasmissione “Lucignolo” le ha dedicato un lungo servizio e, mentre raccontava di com’è iniziata la sua carriera davanti agli obiettivi delle macchine fotografiche, le è scappata una frase (“Non avevo Internet, vivevo abbastanza fuori dal mondo perché vivevo in Sardegna”) che ha suscitato le reazioni irritate di più di un nostro conterraneo. Cosa intendeva esattamente?

«Sì, quella frase è stata veramente infelice e frutto della mia inesperienza davanti alle telecamere. Ovviamente non volevo assolutamente dire qualcosa di brutto sulla Sardegna né disprezzarla, e mi dispiace che la gente lo abbia pensato. Adoro l’isola e, appena posso, ci ritorno; a conti fatti, però, al tempo io vivevo veramente fuori dal mondo, o almeno da quel mondo di cui si parlava durante l’intervista, cioè quello fotografico. Poi in ogni caso, vivere fuori dal mondo non è assolutamente una cosa negativa, specie per quello che mi riguarda. Non per nulla vivo in un piccolo paesino tra i boschi, non faccio vita mondana né amo stare in città».

Che lei conduca un’esistenza così appartata è in contrasto con la sua immagine…

«A dire la verità è più facile di quello che sembra. Metà del mio lavoro è basato sul web, sull’organizzare i set, seguire i social e i contatti con i brand da promuovere, e queste sono tutte cose che posso fare da casa, mentre bevo il tè e guardo serie tv circondata da gatti. Ovviamente le foto non si materializzano dal nulla, quindi spesso sono fuori per servizi fotografici e riprese di video e spot pubblicitari, tra caos e tanta gente, ma la cosa non mi pesa, anzi, mi piace godermi quei momenti ma sapendo che poi tornerò nella mia casetta nel bosco. Sembra stano, ma grazie a queste due cose che sono completamente agli antipodi, ho trovato il mio equilibrio. La mia vita “tranquilla” è una camera di decompressione da quello che è il mio lavoro».

Dice spesso di sentirsi ancora oggi un brutto anatroccolo, di vedersi come la stessa ragazza che ai tempi della scuola si riteneva goffa e forse un po’ insicura. Il suo lavoro e il fatto di avere centinaia di migliaia di ammiratori sparsi per il mondo non ha cambiato la sua percezione di sé?

«Posare mi ha aiutato tanto ad amare il mio corpo, nonostante i piccoli difetti: ora mi accetto e non ho più così tanti complessi, e su quelli che mi sono rimasti ho imparato a fare dell’ironia, come ad esempio l’altezza, che non è proprio il mio punto forte. Prima di iniziare con il modeling non curavo assolutamente il mio aspetto, mi nutrivo di cibo spazzatura e tutto ciò ricadeva sul corpo, che non consideravo degno di attenzione né pensavo potesse migliorare. Un giorno mio padre mi ha letteralmente costretto a fare una corsa, credo fosse sette anni fa, e da lì piano piano ho cominciato a lavorare sul fisico e sulla psiche con sport e alimentazione corretta. Sicuramente non mi sento bellissima, anche perché i miei canoni estetici sono ben diversi da quelli che sono il mio viso e il mio corpo, ma sono felicissima di ciò che madre natura mi ha dato. E poi l’aspetto fisico non è tutto nella vita».

Non dev’essere facile, sul web, lavorare con la propria immagine, tra persone che si spacciano per lei e commenti poco graditi. È mai successo che qualcuno si spingesse troppo oltre con lei?

«Mi ritengo abbastanza fortunata, perché se escludiamo le persone che si spacciano per me sui social e qualche ammiratore insistente, non ho mai avuto problemi seri. Forse sono io stessa a non dare troppo peso alle cose, o magari le prendo sottogamba. Questo capita nella vita sul web, purtroppo nella realtà di tutti i giorni è capitato che qualcuno si prendesse delle libertà e avesse comportamenti poco graditi solo perché aveva visto le mie foto di nudo. Ovviamente, per molta gente, se fai il mio lavoro e fai il tipo di foto che faccio io, sei una “facile” che vive per sedurre ogni uomo sulla faccia della terra. Cosa ben lontana dalla realtà, per quello che mi riguarda».

Torniamo in Sardegna. Con poche altre lei è stata l’apripista per una certa tipologia di fotomodelle in Italia, e questa considerazione è ancora più vera per quanto riguarda l’isola. Oggi, a distanza di otto anni dai suoi primi set, le cose sembrano molto cambiate e non mancano chi prova a seguire le sue orme. Che le pare di questa piccola truppa di modelle alternative sarde?

«Sì, io ho iniziato tanti anni fa quando ancora la mia era una tipologia molto di nicchia; in Sardegna il sito Suicidegirls (si tratta del sito di modelle alternative più famoso al mondo, ndr) era conosciuto da parecchie persone, comprese quelle che erano nella mia cerchia, e le mie amiche dicevano sempre che anche loro avrebbero voluto farne parte ma si ponevano il problema di quello che avrebbe potuto dire la gente. Ecco, io credo che ora questo importi molto meno alle ragazze e sono molto felice di questo cambio di direzione. Anche i social hanno aiutato tanto a far sì che le ragazze avessero più voglia di emergere, nonostante trovarsi su un’isola possa rendere la cosa un po’ più difficile dal punto di vista organizzativo. Mi fa piacere vedere l’impegno e gli sforzi che fanno le ragazze per crearsi un buon portfolio. Poi non vorrei essere di parte, ma le ragazze sarde sono tra le più belle che ci siano, come Fishball Suicide che nonostante la sua giovane età è già un ottima modella, giusto per fare un esempio, anche se la lista delle modelle sarde che stimo diventa sempre più lunga».