D’Alema propone: “alleanza costituente”. Casini: “Idea su cui riflettere”

Pubblicato il 30 Gennaio 2011 - 16:19 OLTRE 6 MESI FA

In un’intervista a Repubblica il presidente del Copasir Massimo D’Alema illustra la sua idea per superare la ”crisi” del Paese. L’ex premier invita le opposizioni a ”mettere da parte politicismi e interessi personali”, non indica un candidato premier (”non spetta a me questa indicazione”), e mette in guardia dalla ”legittimazione autoritaria usata contro il principio di legalita’: è questo il vero atto eversivo”. Tre gli obiettivi che D’Alema definisce per questo ”governo costituente”.

”Il Paese attraversa una crisi democratica gravissima. Se Berlusconi non si dimette, l’unico modo di evitare l’impasse e il caos politico-istituzionale è andare alle elezioni anticipate. Chiedendo agli elettori di promuovere quel governo di responsabilità nazionale che è necessario al Paese, per uscire da una crisi così profonda. Lancio un appello alle forze politiche di questo potenziale schieramento: uniamoci, tutti insieme, per superare il berlusconismo”.

Il primo, ”sciogliere il nodo della forma politico-istituzionale del bipolarismo italiano”, promuovendo eventualmente anche ”un referendum sulle istituzioni: repubblica presidenziale o parlamentare?”. ”Il secondo – continua D’Alema – è un grande patto sociale per la crescita” come fu ”con l’euro”. ”Il terzo – aggiunge – è il funzionamento dello Stato” perche’, spiega, ”lo stesso federalismo se non e’ collegato a una vera riforma della Pubblica amministrazione (e quella di Brunetta non lo e’) si riduce a semplice redistribuzione del potere tra élite”.

CASINI APRE ”Sulla proposta di D’Alema serve una riflessione molto seria. Non si può liquidarla con una battuta”. Così il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, ai microfoni di Sky tg24, risponde a chi gli chiede un commento all’intervista di Massimo D’Alema.

FINIANI PIù CAUTI Adolfo Urso spiega che “non serve una santa alleanza contro Berlusconi ma una alternativa credibile, liberale e riformista che sappia parlare al popolo del centrodestra ormai sgomento di fronte accanto accade”. Dal canto suo Italo Bocchino ritiene che l’orizzonte delineato da D’Alema sia “ipotizzabile soltanto di fronte a un’emergenza democratica, purtroppo assai vicina, ma ancora possibile da scongiurare”.

Per i «futuristi» la soluzione migliore resta, al momento, il passo indietro del presidente del Consiglio. “Con le dimissioni di Berlusconi – sottolinea Bocchino – si potrebbe dar vita a un governo responsabile guidato da un esponente della maggioranza che ha vinto le elezioni, indicato dallo stesso premier, e sostenuto da tutte le forze disponibili a fare provvedimenti utili al Paese e a svelenire il clima politico. Senza un governo degno di tale nome è meglio ricorrere alle elezioni per salvare l’Italia dalla paralisi e dalla vergogna”.

Per il ministro Sandro Bondi, invece, il presidente del Copasir vuole sospendere le regole della democrazia. Duro Fabrizio Cicchitto, secondo il quale non c’è “un presidente del Copasir così fazioso e arrogante come lui. Tutto ciò e il fatto che il giustizialismo e non la socialdemocrazia è il punto di approdo del Pci, costituiscono la ragione seria dell’anomalia italiana”.