Autostrade, c’è l’accordo: entra lo Stato, ai Benetton resterà solo una quota inferiore al 10%

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Luglio 2020 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA
Autostrade, foto Ansa

Autostrade, c’è l’accordo: entra lo Stato, ai Benetton resterà solo una quota inferiore al 10% (foto Ansa)

Arriva il passo indietro dei Benetton che apre all’accordo su Autostrade per l’Italia.

Accordo che prevede l’ingresso in Autostrade di Cdp con il 51%, che renderà di fatto Aspi una public company.

“Il Consiglio dei ministri – si legge nel comunicato finale – ha ritenuto di avviare l’iter previsto dalla legge per la formale definizione della transazione” con Aspi, “fermo restando che la rinuncia alla revoca potrà avvenire solo in caso di completamento dell’accordo transattivo”.

E’ l’alba quando, dopo ore di discussioni, il Consiglio dei ministri dà mandato a Cassa depositi e prestiti per avviare, entro il 27 luglio, il percorso che dovrebbe portare all’uscita progressiva dei Benetton, prima scendendo al 10-12% dell’azionariato, poi con un’ulteriore diluizione in coincidenza con la quotazione in borsa di Aspi.

Ai ministri Roberto Gualtieri, che ha portato sul tavolo del Cdm la proposta finale dell’azienda, e Paola De Micheli il Governo dà il mandato a definire gli altri aspetti dell’accordo.

Sul tavolo il premier Giuseppe Conte fino all’ultimo tiene l’arma della revoca:

“Se gli impegni assunti questa notte non vengono rispettati – dice un ministro – sarà revoca”.

In Cdm il ministro dell’Economia Gualtieri porta una nuova proposta di Aspi.

Ma non basta, e parte così una lunga negoziazione.

Conte e anche i Cinque stelle, per la parte dell’assetto societario, si dichiarano subito insoddisfatti.

“Nessuna divisione”, fa sapere una fonte di governo Pd. Ma tra gli stessi Dem il dossier porta tensioni.

E il clima a Palazzo Chigi si fa pesante.

Salta anche una riunione dei capi delegazione.

Raccontano sia stato Dario Franceschini a chiedere di confrontarsi direttamente in Consiglio, dove siedono anche De Micheli e Gualtieri.

Il Consiglio dei ministri

Il Cdm viene aperto intorno alle 23 e sospeso poco dopo.

La cosa non va giù a Teresa Bellanova, che ne fa una questione di metodo.

Quando Conte e Gualtieri si riuniscono per decidere come condurre la trattativa finale, la capo delegazione di Iv, l’unico partito apertamente contro la revoca, fa trapelare la sua irritazione.

Ma è soprattutto l’irritazione nel Movimento a emergere durante la lunga notte di Chigi: è rivolta anche – forse soprattutto – al premier, in un crescendo che fa ipotizzare a qualche esponente di maggioranza come possibile addirittura lo scenario un ribaltone estivo.

Al di là di trame e suggestioni, Conte sul dossier Autostrade si gioca molto.

L’intervista al Fatto Quotidiano ha segnato un cambio di passo nella sua strategia.

E, prima del Cdm, il premier non cambia linea.

“O Aspi accetta le condizioni che il governo le ha già sottoposto o ci sarà la revoca”, è l’ultimo avvertimento con cui Conte entra alla riunione di Palazzo Chigi. Anche perché, dice ai suoi, “non si può tergiversare”.

La novità che permette alla trattativa di sbloccarsi riguarda l’azionariato: i Benetton danno la disponibilità allo scorporo di Autostrade rispetto ad Atlantia, al contemporaneo ingresso di Cdp in Aspi e alla successiva quotazione in Borsa.

Il processo, che secondo fonti di governo si consumerebbe nel giro di sei mesi o un anno, avverrebbe in due fasi.

Nella prima Cdp entrerebbe con il 51% e ci sarebbe lo scorporo che porterebbe il peso della famiglia Benetton tra il 10 e il 12%, soglia sotto la quale non si entra in Cda.

Nella seconda ci sarebbe la quotazione in che dovrebbe portare a una società con un azionariato diffuso alto, fino al 50%, in cui potrebbero entrare nuovi soci, con un’operazione di mercato, abbassando ulteriormente il peso della famiglia Benetton.

Ma sul range temporale dell’uscita dei Benetton il M5S mostra subito un evidente scetticismo

. “E’ un tempo troppo lungo”, spiega una fonte autorevole del Movimento.

All’alba in Consiglio dei ministri, dopo un cornetto offerto a tutti i colleghi da Vincenzo Spadafora, si legge l’ultima lettera inviata dall’azienda.

“Accoglie tutte le richieste del governo”, dice un ministro.

Il M5s chiede fino all’ultimo garanzie che Benetton esca davvero dall’azienda.

La revoca della concessione non viene tolta dal tavolo, visto che gli aspetti tecnici del negoziato dovranno essere perfezionati, ma appare ormai molto lontana. (Fonte: Ansa).