Berlusconi aveva avvisato Marrazzo: “A Milano c’è un video su di te”

Ad avvisare Marrazzo del video bollente contr0 di lui è stato Berlusconi. Appena tre giorni prima che scoppiasse lo scandalo, il premier chiama il governatore del Lazio, prima che le quattro “mele marce” dell’Arma dei carabinieri venissero arrestate e la sua vita privata divenisse di dominio pubblico.

Il filmato è finito nelle mani dell’agenzia fotografica Photo Masi di Milano che lo propone come merce succulenta al settimanale “Chi”, diretto da Alfonso Signorini e soprattutto di Mondadori.

Signorini rifiuta, ma ha subito avvertito i vertici di Mondadori. Insieme «alla presidente Marina Berlusconi e all’amministratore delegato Maurizio Costa abbiamo concordato di rifiutare la proposta», racconta il direttore del settimanale di gossip. Quelle immagini che ritraggono Marrazzo in atteggiamenti intimi con un trans vengono offerte a 200.000 euro trattabili.

A quel punto viene informato Silvio Berlusconi che si premura di avvisare il governatore del Lazio che Mondadori è in possesso di un video bollente, ma che non ha intenzione di pubblicarlo.

Marrazzo vuole risolvere da sé la questione, tentando di recuperare da solo il filmato. Chiama l’agenzia fotografica Photo Masi per riaverlo: anche questa volta, come per il ricatto, non denunciato nulla.

Carmen Masi, capo dell’azienda, avverte Max Scarfone, il fotografo che si è procurato il video. L’appuntamento con Marrazzo è per il mercoledì successivo a Milano: bisogna chiudere la questione e fare sparire quel prodotto che a breve gli avrebbe cambiato la vita.

I carabinieri del Ros già indagano sulla vicenda e decidono di intervenire: se il video andasse distrutto, con esso si perderebbero anche le prove per dimostrare l’estorsione.

Scarfone viene bloccato in stazione, l’appuntamento con il governatore salta. Entrambe le copie dei filmati vengono sequestrate: sia dalla sede dell’agenzia Photo Masia, sia dalla redazione di “Chi”.

Il fotografo viene interrogato, conferma quanto emerge dalle intercettazioni. A breve anche Marrazzo parla con i magistrati, ma di quanto stava per fare allo scopo di avere il filmato non racconta nulla.

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