Berlusconi, scoppia la grana divorzio: Veronica rigetta l’accordo di separazione

Pubblicato il 23 Agosto 2010 - 09:25 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi e Veronica Lario

Una separazione “liscia come l’olio”, troppo liscia per essere vera. A primavera, tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario, l’accordo per la divisione dei beni dopo il divorzio sembrava cosa fatta e decisa nei minimi dettagli. Invece, il 23 agosto, arriva la smentita. Secondo il Corriere della Sera, infatti, l’accordo tra i due è “tutto sbagliato e da rifare”.

A rigettare le condizione, scrive il quotidiano, sarebbe stata la Lario. L’accordo, definito nello scorso mese di maggio, prevedeva  per l’ex attrice “un assegno” da circa 300.000 euro al mese.  Un totale di  tre milioni e seicentomila euro l’anno. In più, alla Lario restava  l’usufrutto a vita, ma non la proprietà, di Villa Macherio, la villa con parco dove la signora vive dal 1990, l’anno del matrimonio con il presidente del Consiglio che aveva come testimone anche Bettino Craxi.

Come prima conseguenza del nuovo e inatteso scontro il giudice avrebbe, scrive sempre il Corriere, tolto alla Lario l’usufrutto della Villa di Macherio. A Berlusconi le case non mancano: eppure la villa in questione è da subito stata il fronte dove si è combattuta la battaglia del divorzio. La Lario sembrava averla spuntata: non solo l’usufrutto ma anche il pagamento delle spese di mantenimento a carico del premier. Non si parla proprio di spiccioli: la villa vale poco meno di 80 milioni e il suo mantenimento ha comportato negli ultimi dieci anni un esborso di 20,4 milioni (700 mila euro solo di arredi). Della cura si occupa una società,  la Dolcedrago,  in capo per il 99,5% a Berlusconi e il restante ai figli del primo matrimonio, Marina e Piersilvio.

Macherio, quindi, è una spina nel fianco del presidente del Consiglio che, dopo l’accordo di maggio, esasperato avrebbe detto ai suoi: “Le scorie nucleari? Le metterei a Macherio”.

Ora, però l’accordo è saltato e per la separazione dei beni occorrerà andare dal giudice. Il rischio, per il premier, è che diventino di pubblico dominio i dossier difensivi, a cominciare dalle accuse incrociate di tradimento. La Lario, lo ha dimostrato in passato con le sortite sul “ciarpame” e le veline, quando vuole sa pungere. “Mio marito frequenta minorenni. Ho cercato di aiutarlo come si farebbe come una persona che non sta bene” raccontò la donna a maggio 2009 dopo la presenza di Berlusconi al compleanno di Noemi Letizia.

Potremmo, quindi, essere davanti a un nuovo inizio di accuse e denunce. Per Berlusconi, che già ha più di qualche problema tra Fini, Napolitano e una maggioranza che non c’è più, è una cosa che non ci voleva.