ROMA – Mentre il decreto Carceri incassa il sì della Camera e passa al Senato, la Lega a Montecitorio protesta. Il testo, recante misure urgenti per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e una riduzione controllata della popolazione carceraria, è stato approvato con 296 sì, 183 no, 2 astenuti.
“Criminali in galera”, è la scritta a caratteri cubitali dello striscione che i deputati della Lega hanno esposto durante le dichiarazioni di voto, mentre dai banchi a parlare era il loro collega Nicola Molteni, capogruppo in commissione Giustizia.
Nei giorni scorsi la Lega si era già fatta sentire contro il cosiddetto svuota-carceri. Due giorni fa Gianluca Buonanno aveva sventolato un paio di manette davanti al banco della presidenza, e ieri si era presentato in aula con un cartello: “Pd complice dei mafiosi“. Oggi un nuovo striscione, che il vicepresidente di turno, Roberto Giachetti, ha ordinato ai commessi di rimuovere. Dai banchi del Pd qualcuno ha urlato “ridicoli” ai leghisti.
“Con questo decreto – aveva detto prima dell’esposizione dello striscione Nicola Molteni – rimettete in libertà gli stupratori. Per voi vengono prima i delinquenti e gli extracomunitari e poi la gente onesta ed i cittadini italiani. Siete degli ipocriti e degli ignoranti e votate un decreto vergognoso ed indecente”.
Un momento di tensione si è sfiorato quando Mario Marazziti di Pi ha detto che “siamo alla solita sceneggiata”: i deputati della Lega hanno reagito duramente, e i commessi si sono schierati tra i banchi per evitare un peggioramento della situazione. Il tutto avveniva in diretta televisiva.
Per la presidente della Commissione Giustizia alla Camera, Donatella Ferranti, il voto di oggi è “un altro passo avanti verso carceri più vivibili e detenzioni più dignitose. Credo che questo decreto, che si aggiunge agli altri interventi strutturali già approvati o in via di approvazione come la messa alla prova e la riforma del cautelare, sarà una buona carta da giocare in sede europea dopo la sentenza ‘Torreggiani’ per evitare la procedura di infrazione e l’esborso di vari milioni di euro”.
“Il testo che approda ora al Senato – sottolinea l’esponente del Pd – è un buon punto di equilibrio tra garanzie umanitarie ed esigenze di sicurezza. Non c’è alcun cedimento nei confronti dei delitti gravi e di mafia, nessun indulto mascherato, nessuna liberazione automatica. Si potrà avere uno sconto di pena solo sulla base di una valutazione in concreto da parte del giudice della positiva condotta dei condannati”.
Ma se il pacchetto normativo fin qui definito va nella direzione giusta, ora occorre che “il governo – ammonisce Ferranti – metta in campo anche risorse economiche: una politica carceraria seria è impensabile a costo zero. Servono investimenti per attuare un deciso piano edilizio secondo moduli e criteri avanzati, servono investimenti per potenziare numericamente e professionalmente l’organico degli agenti, degli educatori, degli psicologi, di tutte quelle figure che operano nei servizi sociali dell’esecuzione penale esterna”.