Corte Costituzionale, si tratta con M5s. Beppe Grillo a Renzi: fuori i nomi

di Anna Laura Bussa (Ansa)
Pubblicato il 28 Ottobre 2014 - 21:13 OLTRE 6 MESI FA
Corte Costituzionale, si tratta con M5s. Beppe Grillo a Renzi: fuori i nomi

Corte Costituzionale, si tratta con M5s. Beppe Grillo a Renzi: fuori i nomi

(ANSA) ROMA – Ci vuole ancora un po’ di tempo. E’ questa la risposta interlocutoria che si riceve quando si cerca di capire tra le varie forze politiche se sia stata raggiunta o meno un’intesa sul fronte dei due giudici da eleggere alla Consulta e sul componente laico da mandare al Csm. Un impegno che sta tenendo occupato il Parlamento da ben venti votazioni. Il fatto, si spiega nella maggioranza, è che la trattativa tra Pd e M5S ha bisogno ancora di una messa a punto almeno per due motivi: prima di tutto non è facile per i pentastellati far digerire alla propria base un eventuale accordo con i Dem sul punto. Tanto che in serata Grillo è costretto a invocare dal suo blog “una trattativa alla luce del sole”.

“Se il PD vuole condivisione – scrive il leader M5S – non tenti la via della trattativa segreta”.

“Chiunque abbia i requisiti per essere eletto in ruoli di garanzia così importanti – aggiunge – può essere candidabile per il M5S se valido e indipendente. Altrimenti saranno ancora fumate nere”.

Secondo: i Democratici starebbero ancora aspettando un passo indietro ufficiale di Luciano Violante per evitare che tutti i parlamentari che lo hanno votato sinora non se ne abbiano troppo a male e non reagiscano “impallinando” eventuali prossimi, futuri candidati. Le dichiarazioni su Violante da parte di Renzi in diretta tv ieri sera a “Otto e mezzo” non sarebbe risultata infatti troppo gradita da chi sostiene l’ex presidente della Camera.

“Se ci sono condizioni politiche su un nome diverso assolutamente sì, lo sa anche Violante che è un servitore delle Istituzioni che se serve per superare il blocco i nomi si cambiano”, aveva dichiarato il premier.

Provocando malumori in diversi esponenti del partito. Così, si aggiunge nella maggioranza, meglio fare le cose con calma visto che “si sta camminando sulle uova”, considerando anche tutte le altre decisioni “delicate” che si devono prendere in questo momento, dal Def allo Sblocca Italia, e, al momento, la convocazione del Parlamento in seduta comune è stata rinviata a “data da destinarsi” pur restando fissata, almeno ufficialmente, per giovedì 30 ottobre alle 13. Si dovrà attendere infatti la Conferenza dei capigruppo della Camera (prevista per domani alle 13.00) per l’eliminazione definitiva del tema dal calendario dell’Aula, visto che al momento il rinvio è stato deciso solo al Senato. E a chiedere uno slittamento della data, a Palazzo Madama, è stato proprio il capogruppo del M5S Antonio Airola.

Richiesta accolta con favore dai Dem e dal resto della maggioranza. Nell’attesa, si passano al vaglio i candidati per la Consulta e si conferma che dovrebbe trattarsi quasi sicuramente di donne, preferibilmente docenti universitari e “di alto profilo”, mentre, per il Csm, il M5S insisterebbe sul professore Alessio Zaccaria.

Il Pd, infatti, avrebbe messo sul tavolo della trattativa anche la candidatura per il componente laico del Csm in quota Dem: la “casella” che è rimasta vacante da quando la Commissione per la verifica titoli di Palazzo dei Marescialli non ha convalidato l’elezione di Teresa Bene (indicata dal ministro della Giustizia Orlando) per mancanza dei requisiti richiesti. Sempre da fonti della maggioranza, comunque, si fa capire che un’intesa potrebbe arrivare “già dalla prossima settimana”..