La Russa: “Con i finiani pochi margini di trattativa, ma non finiremo come Prodi”

Ignazio La Russa

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa non è ottimista sulla possibilità di ricucire lo strappo con i finiani e spiega: ”Gli spiragli, invece di aprirsi, si sono ristretti: ora siamo al lumicino”. Intervistato dal Corriere della Sera, però, il ministro si dice sicuro: ”Non finiremo come Prodi, anche se è un paragone improprio perché i pochi parlamentari rimasti erano l’uno contro l’altro armati. I nostri sono fortemente coesi, anche se – ammette – è vero che alla Camera saremmo a rischio”. Prima di tutto, quindi, secondo La Russa, occorre “verificare se siamo in grado di vivere senza stenti”.

Per il ministro ”non c’è modo più corretto di affrontare il problema che individuare i punti di programma non ancora realizzati, scegliere i prioritari e verificare il grado di sincerità e di lealtà di tutti. Oltre a federalismo, fisco, giustizia e Sud – afferma – proporrò di inserire la sicurezza, nella lotta alla criminalità organizzata e comune, anche attraverso le forze armate, e negli aspetti penali dell’immigrazione clandestina. Al testo, aggiunge, i finiani non collaboreranno, perché ”uscendo dal Pdl hanno fatto saltare la strada della condivisione”.

La Russa, che smentisce la ”campagna acquisti” dei finiani, bolla come ”sopra le righe” la polemica su Giorgio Napolitano. ”Chi decide è il Presidente della Repubblica, condizionato, lo dico tra virgolette, dalla situazione che si crea”, afferma. L’esponente del Pdl si dice fiducioso che il capo dello Stato, ”saggio”, farà prevalere la costituzione materiale, ”tenendo conto della volontà degli elettori”.

Sui rapporti con l’Udc, ”a Casini abbiamo lasciato le porte aperte, ma non con una crisi di governo. C’e’ la possibilità di allargare il progetto all’Udc, se viene meno la pretesa di far cessare il bipolarismo. Un governo di unità nazionale – spiega – si fa quando c’e’ un nemico alle porte e un dissesto grave. Così non è”.

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