Il Sole 24 Ore: “Formigoni, con CL tanti affari e pochi controlli”

Pubblicato il 6 Ottobre 2011 - 18:31| Aggiornato il 23 Aprile 2013 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Formgioni (Foto Lapresse)

MILANO – Illegittima assunzione di dirigenti, illegittimo affidamento di incarichi di collaborazione studio e consulenza (per 4 milioni di euro) e irregolare affidamento di compiti di direzione a un collaboratore: sono le accuse mosse, secondo quanto scrivono Mariano Maugeri e Giuseppe Oddo sul Sole 24 Ore, dalla Corte dei Conti lombarda all’Arifl, l’Agenzia regionale per il lavoro della Lombardia, con l’obiettivo, spesso, di spostare nel bilancio i fondi concessi dall’Unione europea con un vincolo di destinazione.

La quasi totalità dei dipendenti dell’Arfil, sottolineano Maugeri e Oddo, svolgeva solo lavori di segreteria, pagati tra i cento e duecentomila euro. La realizzazione dei progetti veniva invece affidata a consulenti fissi, nella maggioranza dei casi vicino a Comunione e Liberazione, lo stesso movimento religioso a cui appartiene il governatore della Lombardia Roberto Formigoni e a cui è vicino Massimo Ferlini, collaboratore a cui per la Corte dei Conti lombarda era stato affidato “irregolarmente” il compito di direzione.

Sempre in Lombardia Formigoni, secondo l’inchiesta di Oddo e Maugeri, “ha svuotato l’amministrazione, accentrando su di sé il controllo e trasferendo le funzioni strategiche a società ed enti pubblici economici”. Tanto che ora il governatore vorrebbe rilevare il San Raffaele, gruppo ospedaliero un tempo di don Luigi Verzé, ora sommerso dai debiti, nonostante i quasi 450 milioni l’anno di rimborsi per prestazioni sanitarie versati dalla Regione.

Secondo la denuncia di Enrico De Alessandri, ex direttore del Centro regionale emoderivati, “i ciellini hanno aggredito i posti chiave di Asl, società a capitale pubblico, trasporti e agenzie di nomina regionale,

In Lombardia, stando all’articolo del Sole 24 Ore, molte società controllate esternalizzano i servizi a imprese legate alla Compagnia delle Opere, il braccio economico di Cl. Tra queste società legate alla Cdo c’è la Edenred, che si è aggiudicata, nel 2011, l’appalto dei ticket restaurant, per un valore di 600 milioni, e l’appalto per la gestione dei voucher di conciliazione per cassintegrati e della cosiddetta dote scuola.

A volte, a quanto affermano Oddo e Maugeri, “i quattrini finiscono nelle tasche di nomi eccellenti. Come quello di Laura Ferrari, moglie del parlamentare leghista Giancarlo Giorgetti, presidente della Commissione Bilancio della Camera. La signora Ferrari ha patteggiato nel 2008 una condanna a 2 mesi e 10 giorni per avere gonfiato il numero degli allievi di un corso di ippoterapia finanziato dal Pirellone con 400mila euro”.

Guido Della Frera, ex braccio destro di Formigoni e poi coordinatore della campagna elettorale di Guido Podestà a presidente della Provincia, si è dimesso da assessore al Personale e agli Affari generali per dedicarsi al suo Gdf group, il cui polo geriatrico avrebbe ricevuto l’accreditamento di 141 posti letto dal servizio sanitario.

Della Frera è anche proprietario dell’hotel Villa Torretta di Sesto San Giovanni, rilevato da Giuseppe Pasini, il costruttore e consigliere comunale del Pdl che sostiene di aver versato tangenti destinate all’ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, del Pd. 

Ma chi vigila sui 16,5 miliardi di spesa sanitaria, pari al 72% del bilancio annuale della Regione Lombardia? Secondo Alessandro Cè, ex assessore alla Sanità della Lega Nord, dimissionario dopo lo scontro con il governatore: “Formigoni sostiene di sottoporre a controlli il 6% delle prestazioni. Ma si tratta di verifiche concordate, con la visita degli ispettori anticipata da una telefonata. Da assessore avevo organizzato una sorta di struttura di controllo clandestina per aggirare quella ufficiale, egemonizzata da dirigenti della Cdo”.

Dice ancora Cè al Sole 24 Ore: “Vi siate mai chiesti perché in Lombardia ci sono più centri di cardiochirurgia che in Francia, molti dei quali privati? Perché la cardiochirurgia, così come altre specialità, è estremamente remunerativa. Sul pubblico, invece, si scaricano le prestazioni meno profittevoli. Succede così che un imprenditore come Giuseppe Rotelli, titolare del gruppo ospedaliero San Donato, diventi il secondo azionista di Rcs con gli utili della sanità privata convenzionata”.