“Arrestate Milanese”: altro lavoro per la Giunta per le autorizzazioni a procedere

Pubblicato il 7 Luglio 2011 - 13:11 OLTRE 6 MESI FA

Marco Milanese (foto Lapresse)

NAPOLI – Corruzione e rivelazione di segreto, per questi motivi i pm di Napoli hanno richiesto l’arresto del deputato Pdl Marco Mario Milanese, fino a poco tempo fa uomo fidato del ministro Tremonti.

Il provvedimento, emesso su richiesta del pm Vincenzo Piscitelli della sezione Criminalità economica della Procura di Napoli, è stato trasmesso giovedì alla Camera dei Deputati per l’autorizzazione all’arresto. Le accuse contestate sono di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e associazione per delinquere. Un superlavoro per la Giunta per autorizzazioni, che in questi giorni sta già affrontando la richiesta d’arresto, per l’inchiesta P4, del deputato Alfonso Papa. E la questione diventa anche politica: rigettare entrambe le richieste? Oppure accoglierne almeno una e quale delle due, l’uomo del potente Bisignani o l’ex braccio destro di Tremonti, ministro che in questi giorni non gode di buona fama nella maggioranza? E la Lega come voterà?

Le indagini rappresentano lo sviluppo dell’inchiesta in cui è coinvolto, tra gli altri, Paolo Viscione in relazione alle attività della società assicurativa Eig. Secondo l’accusa, Milanese avrebbe ricevuto da Viscione e dalla società somme di denaro nonché orologi di valore, gioielli e auto di lusso come una Ferrari e una Bentley, viaggi e soggiorni all’estero.

Tali ‘regali’, secondo le affermazioni fatte da Viscione e la ricostruzione degli inquirenti, costituivano il corrispettivo della rivelazione di notizie riservate e interventi per rallentare le indagini della Guardia di Finanza sulla società assicurativa. Nell’ambito dell’inchiesta, gli agenti della Digos di Napoli hanno eseguito anche altre due ordinanze agli arresti domiciliari nei confronti del sindaco di Voghera, Carlo Barbieri, e del commercialista Guido Marchesi, anch’egli di Voghera.

Milanese era stato solo pochi giorni fa prezioso testimone in procura nell’ambito dell’inchiesta P4 con un faccia a faccia con il generale della Guardia di Finanza, capo di Stato maggiore, Michele Adinolfi.