Regionali Puglia: Vendola “l’indistruttibile” si conferma governatore

Pubblicato il 30 Marzo 2010 - 08:29 OLTRE 6 MESI FA

Nichi Vendola

Nichi Vendola vince ancora e si conferma presidente della Regione Puglia. Il presidente uscente ha superato, seppur di poco, il candidato del centrodestra Rocco Palese. Più distante Adriana Poli Bortone, candidata con Io Sud e Udc.

Vendola ha vinto nonostante gli scandali sulla sanità che hanno colpito la sua giunta e nonostante lo scetticismo dei suoi alleati. Nemmeno l’arresto a pochi giorni dal voto del suo ex vice Sandro Frisullo (dimessosi dopo l’inchiesta di Bari sul “metodo Tarantini”) ha scalfito l’immagine del governatore.

Anche le diatribe con il Pd, che avrebbe preferito un altro candidato, hanno rafforzato Vendola: non solo si è imposto alle primarie contro Francesco Boccia, ma alle elezioni regionali il presidente ha ottenuto più voti della coalizione che lo ha sostenuto.

Commentando i dati relativi all’astensionismo, Vendola ha spiegato che la “cattiva politica” allontana gli elettori dealle urne. Inoltre il governatore ha sottolineato che per sconfiggere il berlusconismo anche a livello nazionale, la sinistra deve “capire quali sono le idee su cui rilanciare una battaglia culturale e politica”.

Problemi. Sanità, acqua, energia sono le questioni da risolvere al più presto.

Il problema principale si chiama sanità. Cinque anni fa l’amministrazione guidata da Vendola l’aveva inserita tra le priorità: il bilancio disastroso doveva essere rimesso in sesto, e invece il “buco” si è allargato (anche se il servizio sanitario è indubbiamente migliorato). Ma soprattutto sono stati i ripetuti scandali a minare la credibilità del settore. Il primo a “saltare” è stato l’ex assessore Alberto Tedesco, che avrebbe favorito le aziende dei figli (imprenditori nel settore delle protesi sanitarie). Poi il “ciclone Tarantini” ha portato prima alle dimissioni e poi all’arresto del vicepresidente regionale Sandro Frisullo. In manette è finita anche Lea Cosentino, direttore della Asl barese, insieme ad una serie di altri funzionari.

Per quanto riguarda l’acqua, la giunta Vendola ha approvato una legge che ha di fatto bloccato la privatizzazione dell’Acquedotto Pugliese e ha lasciato l’acqua pubblica.

Per quanto riguarda l’energia, l’amministrazione uscente ha portato avanti una politica che ha favorito le fonti rinnovabili: la Puglia è adesso la regione leader in Italia nel settore delle energie alternative. La giunta Vendola ha inoltre stabilito per legge che non possano essere installati siti nucleari sul territorio regionale.

Poi c’è la “questione giovani”. Sfruttando i di fondi europei, la Regione ha finanziato diversi progetti destinati alla formazione. Ma i fondi europei sono finiti, ed è difficile prevedere che tipo di politica potrà perseguire la nuova amministrazione regionale.

Candidati e precedenti. Nel 2005 Nichi Vendola aveva battuto per una manciata di voti il centrodestra di Raffaele Fitto. La vittoria fece parlare di “Primavera pugliese”: in quel momento il centrosinistra governava in 5 province su 5.

Ma la riconferma di Vendola è stata tutt’altro che scontata. I “big” del Partito democratico, Massimo D’Alema su tutti, hanno cercato fin dall’autunno del 2009 un’alternativa: l’obiettivo era quello di ottenere l’appoggio dell’Udc, che aveva posto il proprio veto sul nome di Vendola.

D’Alema ha “attaccato” più volte Vendola, definendolo un “problema politico” e un leader “locale”. Ma Vendola si è “autocandidato”, dicendosi pronto a scendere in campo anche da solo.

In un primo momento il nome alternativo è stato quello del sindaco di Bari Michele Emiliano, considerato più moderato e più “tagliato” ad attirare voti anche dal centro.Il 29 dicembre i militanti del Pd sospendono l’assemblea regionale del partito, schierandosi apertamente con Vendola: Emiliano si ritira dalla corsa.

Il Pd allora vira su Francesco Boccia, già sconfitto da Vendola nelle primarie del 2005. Nelle primarie di gennaio, Vendola stravince con percentuali bulgare.

Anche nel centrodestra il candidato non è stato scelto subito. All’iniziosi fece il nome del magistrato Stefano Dambruoso. Ma Berlusconi voleva convincere Adriana Poli Bortone candidarsi con il Pdl, dopo che la stessa Poli Bortone aveva abbandonato il partito. La Poli Bortone avrebbe inoltre portato in dote i voti dell’Udc. Ma Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Regionali e potente “ras” del Salento, si è messo di traverso: Fitto sponsorizzava Rocco Palese, capogruppo dell’opposizione in consiglio regionale ed ex assessore proprio della giunta Fitto. Berlusconi ha sollevato attorno a Palese una “questione estetica”, visto che lo riteneva “impresentabile” per via dell’aspetto e della dizione. Alla fine però la Poli Bortone ha rotto gli indugi e si è candidata da sola. E Palese è diventato il candidato del centrodestra.