ROMA – Luca Cordero di Montezemolo, da solo, vale il 20%. Alleato con attuali esponenti del governo (come Passera o Cancellieri) in una forza di centro, moderata, arriverebbe a quota 25%. Secondo l’ultimo sondaggio Ipsos all’ex presidente di Confindustria vengono attribuite percentuali “grilline”, ovvero un peso politico che lo metterebbe (sempre stando ai sondaggi) pari merito con il Movimento 5 stelle e addirittura oltre il Pdl in crisi di consensi. Naturalmente si tratta di un peso tutto eventuale: sia perché si tratta pur sempre di sondaggi e la campagna elettorale è lunga, sia perché Montezemolo deve ufficializzare la “discesa in campo” del suo movimento Italiafutura.
A chi piace Montezemolo? A imprenditori del Nord? Niente affatto, come spiega il Corriere della Sera i più propensi a votarlo sono dipendenti privati del Sud e giovani: “La proposta del leader di Italiafutura viene considerata in grado di portare elementi di novità nella politica italiana da più di un terzo degli elettori (36%). La fascia di età più convinta è tra i 25 e i 34 anni (il 38,5 per cento), in maggioranza diplomati. Nel profilo socio demografico si evidenzia che si tratta per la maggior parte di dipendenti privati (38,8 per cento) e di cattolici non particolarmente assidui. I principali consensi arrivano da comuni medio-piccoli, soprattutto del Sud“.
Il problema politico sono le alleanze. Il quadro ora è confuso: i partiti tradizionali sono in crisi e tentennano sull’appoggio a Monti. Pierferdinando Casini sogna un grande asse di moderati e progressisti che unisca l’Udc al Pd e naturalmente anche Montezemolo. Il Pdl invece è già stato scartato. Tempo fa Montezemolo aveva detto: “Non possiamo accettare di essere chiamati in causa da esponenti del Pdl con cui non abbiamo niente a che fare. Riteniamo di chiudere una volta per tutte la porta al gossip politico alimentato ad arte da alcuni naufraghi della Seconda Repubblica”.
Il sondaggio Ipsos riportato dal Corriere propone alcuni scenari: “In una prima ipotesi, si prospetta una lista civica nazionale Italiafutura, guidata da Montezemolo, con personalità della società civile e del mondo delle università e delle professioni. In questo scenario, il centrosinistra (Pd, Sel e Idv) avrebbe il 31,6, il Movimento 5 Stelle di Grillo il 20,1, Italiafutura il 20 e il centrodestra guidato da Alfano, con Pdl e Lega, solo il 18,5. Una piccola rivoluzione rispetto agli equilibri elettorali ai quali siamo abituati. L’altro scenario prevede invece una lista guidata da Montezemolo che comprenda non solo gli eredi del centro di Udc e Fli, ma anche alcuni ex ministri del governo Monti (si fanno esplicitamente i nomi di Passera e Cancellieri). In questo caso la lista raggiungerebbe il 25,4 per cento, superata solo dal centrosinistra (30,6) e seguita dal 5 Stelle (24,9) e dal centrodestra (19,1). In subordine, e poco realistica, l’ipotesi di un’Italiafutura alleata con centro e centrodestra: in quel caso raggiungerebbe il 32,1 per cento, contro il 35 del centrosinistra e il 32,9 di Grillo. Ma di una cosa Montezemolo dovrà tener conto: piace più a destra che a sinistra. “Montezemolo è una novità per il 45% di chi si dichiara di centrodestra e per il 44,3% di chi si considera di centro mentre a destra il dato è del 38,7 per cento. Minori i consensi nel centrosinistra, 34%, e a sinistra, 28 per cento””.
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