Toto-ministri. Tre poltrone per i cattolici, Monti anche all’Economia?

Pubblicato il 13 Novembre 2011 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA

Mario Monti (LaPresse)

ROMA – Governo tecnico, forse. Governo integralmente laico non sembra possibile.  Secondo il quotidiano La Stampa tre delle dodici poltrone da ministro finiranno nelle mani di personaggi graditi al mondo cattolico, lo stesso mondo che, come confermato domenica mattina da un editoriale di Manlio Tarquinio su Avvenire, starebbe mettendo un veto sulla possibile nomina a ministro di Umberto Veronesi.

Il pronostico di Fabio Martini, quindi, apre le porte a diversi cattolici: “Dovrebbero entrare nel governo Monti, come Guardasigilli il professor Cesare Mirabelli (docente alla Lateranense e consigliere generale presso la Città del Vaticano), ma anche Stefano Zamagni, bolognese, vicino a Romano Prodi, che ha collaborato alla stesura della enciclica «Caritas in veritate». In corsa anche il rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi. In alternativa a Zamagni – più difficile, ma non impossibile – l’ingresso di Andrea Riccardi, leader della Comunità di Sant’Egidio”.

E’ soprattutto attorno ai ministeri economici, però, che è massima la curiosità degli osservatori. Da Bankitalia si parla di Fabrizio Saccomanni (candidato dell’Istituto per la carica di governatore che si è scontrato col veto di Giulio Tremonti). Il centrodestra, però, sarebbe ostile alla sua nomina.

E allora, sempre secondo la Stampa, allo sviluppo economico potrebbe finire, sempre da Bankitalia, Anna Maria Tarantola. Per la poltrona più importante, quella dell’Economia, per ora non sembra esserci un favorito chiaro. Monti, scrive Martini, è tentato di tenersi anche il super-ministero. Chances però, anche per Guido Tabellini, attuale rettore della Bocconi.

Infine gli altri incarichi. Scrive Martini: “Molto probabile anche l’ingresso di Giuliano Amato, da tre anni e mezzo non più parlamentare e presidente della Treccani: per lui si continua a ipotizzare un incarico da ministro degli Esteri. Alla Difesa resta forte la candidatura del generale Rolando Mosca Moschini. Come sottosegretario alla presidenza, il favorito è Enzo Moavero Milanesi, già capo di gabinetto di Monti a Bruxelles e prima, consigliere a Palazzo Chigi di Amato e Ciampi”.