Ucraina, approvata la risoluzione di maggioranza con 219 sì. Draghi ringrazia il Senato: “L’unità è essenziale”

La risoluzione delle forze di maggioranza è il frutto di una mediazione lunga e complicata. Nella testo si parla tra l'altro di iniziative di de-escalation militare e maggiore coinvolgimento delle Camere.

di Daniela Lauria
Pubblicato il 21 Giugno 2022 - 20:08 OLTRE 6 MESI FA
Ucraina, approvata la risoluzione di maggioranza con 219 sì. Draghi ringrazia il Senato: "L'unità è essenziale"

Ucraina, approvata la risoluzione di maggioranza con 219 sì. Draghi ringrazia il Senato: “L’unità è essenziale” (Foto Ansa)

Approvata con 219 favorevoli, 20 contrari e 22 astenuti la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio in Senato, in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno. Dopo due giorni di impasse e tensioni la maggioranza ha trovato un accordo win-win. Subito dopo, l’aula di Palazzo Madama è esplosa in un applauso

Bocciate invece le risoluzioni presentate da Cal, dalla senatrice Elena Fattori del gruppo Misto, del senatore di Italexit, Gianluigi Paragone e di Fratelli d’Italia (su cui è stato chiesto il voto per parti separate). Su tutte il governo aveva espresso parere contrario. 

Ucraina, cosa prevede la risoluzione di maggioranza

Il testo della risoluzione delle forze di maggioranza è il frutto di una mediazione lunga e complicata, raggiunta dopo l’intervento di Draghi. Poggia in particolare su un passaggio in cui si sollecita il governo a continuare a garantire “il necessario e ampio coinvolgimento del Parlamento” ai principali summit internazionali, come previsto dal primo decreto Ucraina e – si legge nella risoluzione – “comprese le cessioni di forniture militari”.

E’ questa la formula trovata per tenere in equilibrio l’esigenza del governo di citare il decreto Ucraina, che ha autorizzato l’invio di armi a Kiev, e quella sollecitata soprattutto da M5s e Leu di un maggiore coinvolgimento delle Camere nelle decisioni governative. 

Tradotto: da una parte i 5 Stelle e Leu sono riusciti a inserire nella risoluzione l’impegno del governo a relazionare in Parlamento sui summit internazionali relativi alla guerra in Ucraina e soprattutto su ulteriori invii di armi a Kiev. Dall’altra, il coinvolgimento delle Camere da parte del governo seguirà “quanto precisato dal decreto-legge n. 14 del 2022”.

Ossia il primo decreto Ucraina approvato dal Parlamento 3 mesi fa, che stabilisce che il governo debba riferire in aula ogni tre mesi e lo autorizza a intraprendere iniziative in merito alla guerra in Ucraina fino al 31 dicembre.

Ucraina, chi ha votato contro la risoluzione

La senatrice M5s Giulia Lupo e il leghista Carlo Doria non hanno votato la risoluzione di maggioranza dopo le comunicazioni del premier Draghi in Aula al Senato.

Quindi un parlamentare della Lega e un 5Stelle si sono astenuti insieme a 20 senatori di FdI (sono 21 i senatori di Giorgia Meloni), in tutto gli astenuti sono infatti 22. Tra i 20 contrari invece 13 di Cal e 7 del gruppo Misto.

Ucraina, Draghi ringrazia il Senato

“Ringrazio il Senato per il sostegno ad aiutare l’Ucraina a difendere la libertà e la democrazia”, a “continuare con le sanzioni” alla Russia, “a ricercare una pace duratura che rispetti i diritti e la libertà dell’Ucraina”, a “continuare, insomma, sulla strada disegnata dal dl 14 del 22”, ha detto il premier Mario Draghi nelle repliche al Senato prima del Consiglio Ue.

“Ringrazio” il Senato “per il sostegno unitario – ha detto ancora Draghi – l’unità è essenziale”. 

Nel suo intervento il premier ha spiegato che servirebbe “un intervento Onu sul blocco del grano che sta creando una crisi umanitaria straordinaria”. Poi ha ribadito l’utilità delle sanzioni, “stanno funzionando”, e l’accertamento delle responsabilità dei crimini di guerra, che “saranno puniti”.