Al Qaeda/ Arrestate in Arabia Saudita 44 delle presunte “menti” dell’organizzazione. Un altro importante terrorista catturato in Libano

Laureati, titolari di dottorati, tecnici delle telecomunicazioni: è il profilo delle 44 presunte “menti di al Qaeda” arrestate in Arabia Saudita nell’ambito di un’operazione condotta per circa un anno dalle forze di sicurezza di Riad. Lo riferisce stamani il quotidiano panarabo Asharq al Awsat.

Il giornale di proprietà saudita precisa che tra gli arrestati solo uno non è un cittadino della monarchia del Golfo, e che i presunti terroristi finiti dietro le sbarre «costituivano l’anello di congiunzione tra i leader di al Qaida all’estero e gli attentatori, suicidi e non, che operavano sul terreno».

Dal 2003 a oggi l’Arabia Saudita, tradizionale alleato degli Stati Uniti nella regione, è stata teatro di sei gravi attentati terroristici condotti da diverse sigle di fondamentalisti islamici, che Riad ha sempre ricondotto alla nebulosa rete del terrore guidata da Osama Bin Laden.

L’operazione “Sradicare le radici”, prosegue il quotidiano edito a Londra, ha portato alla luce i profili delle “menti di al Qaeda”: gran parte di loro sono titolari di diplomi di studio universitari, tra cui anche dottorati, mentre altri sono esperti tecnici informatici e delle telecomunicazioni, oltre a esser stati addestrati all’uso di diversi tipi di arma da fuoco e di esplosivi.

I servizi segreti libanesi, intanto, hanno catturato un esponente di primo piano di Jund al Sham (Soldati del Levante), gruppo terrorista ispirato ad al Qaeda, sospettato di essere coinvolto nell’omicidio simultaneo di quattro giudici libanesi avvenuto nel 1999. Lo riferisce oggi la stampa locale, precisando che Wissam Tahbish, di nazionalità palestinese, è stato bloccato ieri all’ingresso del campo profughi di Ain al Helwe, alla periferia di Sidone, 40 km a sud di Beirut.

Tahbish è un membro di spicco di Jund al Sham, un gruppo terrorista attivo a Ain el-Helwe, che come gli altri dieci campi profughi in Libano, si è trasformato in porto franco per i militanti dei gruppi dell’islam radicale perchè fuori dall’autorità statale libanese.

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