I conti di Obama, 3.600 mld di spese e sfide

Pubblicato il 26 Febbraio 2009 - 17:54| Aggiornato il 2 Marzo 2009 OLTRE 6 MESI FA

Rifare la sanità – per darla ai 46 milioni di americani che non ce l’hanno –  costerà 1000 miliardi di dollari in dieci anni. Il sostegno alle banche finora è costato dai 700 ai 1500 miliardi di dollari. E non è finita.

Tutto questo con la zavorra di un deficit di 1.750 miliardi di dollari, il 12,3% del Pil nel 2009, da riportare in quattro anni al 3%. Queste sono solo alcune delle spese – e delle sfide – di Obama e della sua maxi finanziaria da 3.600 miliardi. Vanno aggiunti i costi della ricostruzione materiale del paese, ponti, strade, porti. E i finanziamenti alle nuove fonti energetiche. Altre migliaia di miliardi.

Il calice amaro di Obama

Dal lato entrate, tasse ai redditi sopra i 250mila dollari, una piccola percentuale dei contribuenti americani. Poi tagli agli sprechi in agricoltura, nell’istruzione, e nelle spese militari, dai quali si dovrebbero recuperare complessivamente 2.000 miliardi.

Sul fronte delle missioni all’estero il discorso è complesso, perché da un lato Obama vuole tagliare gli sprechi, dall’atro vuole continuare nell’impegno in Afghanistan e Iraq: per farlo deve promette di stanziare 140 miliardi nel 2009, 130 nel 2010, 50 nel 2011.

La Casa Bianca vuole inoltre aiutare la lotta all’inquinamento riducendo le emissioni di gas serra come l’anidride carbonica (CO2) dalle grandi industrie e permettendo loro di commerciare i “diritti a inquinare” (il cosiddetto sistema “taglia e vendi”).

Il tasso di popolarità del presidente resta alto ma gli americani cominciano a chiedersi se il bilancio alla fine quadrerà.