Cina, Xi Jinping mette l’ex capo della sicurezza Zhou Yongkang sotto indagine

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Luglio 2014 - 23:34 OLTRE 6 MESI FA
Cina, Xi Jinping mette l'ex capo della sicurezza Zhou Yongkang sotto indagine

Zhou Yongkang

PECHINO – Zhou Yongkang, l’ex capo della sicurezza cinese, è sotto indagine per “serie violazioni della disciplina di partito”, un’espressione che in burocratese cinese indica una prossima accusa di corruzione. L’annuncio è stato dato “alla cinese”, con una notizia di due righe dell’agenzia Nuova Cina, dopo mesi di speculazioni e indiscrezioni. Zhou, 72 anni, ex membro del potentissimo Comitato permanente dell’ufficio politico comunista, era considerato un intoccabile.

La decisione resa pubblica solo ora indica che nessuno, per quanto in alto, è al sicuro di fronte all’offensiva anti-corruzione lanciata oltre un anno fa dal presidente Xi Jinping, che secondo i suoi critici finora ha colpito solo i suoi avversari politici. L’autorevole quotidiano di Hong Kong South China Morning Post afferma in un commento che con la caduta di Zhou, Xi Jinping “ha consolidato il suo potere in un modo che non era riuscito ai suoi predecessori”.

Steve Tsang, direttore dell’Istituto per la politica cinese dell’Università di Nottingham, interpellato dal giornale, afferma che il presidente è ora “in una posizione più forte di tutti gli altri leader dopo Deng Xiaoping“, il padre delle riforme economiche cinesi.

Secondo Willy Lam, esperto di politica cinese basato ad Hong Kong, Xi “non potrà mantenere questo ritmo frenetico di attacco” contro i suoi rivali e presto sarà isolato, “a meno che non si allei ad altri gruppi di potere, come quelli che fanno capo all’ex presidente Jiang Zemin e all’ex premier Li Peng”.

Altri commentatori hanno fatto notare che recentemente è stato arrestato Ling Zhengce, un funzionario comunista di medio livello legato al carro dell’ex presidente Hu Jintao. Lo stesso Hu Jintao avrebbe firmato insieme al suo predecessore Jiang Zemin un documento col quale si chiede a Xi di porre un freno alla spietata campagna contro la corruzione che finora ha visto finire dietro le sbarre centinaia di funzionari, tra cui almeno una trentina di alto livello.

L’indagine su Zhou Yongkang, sempre secondo Nuova Cina, è stata condotta dalla Commissione centrale per le ispezioni di disciplina diretta da Wang Qishan, un alleato di Xi Jinping. Lanciando più di un anno fa la sua implacabile campagna, Xi aveva affermato che avrebbe colpito non solo i “moscerini” ma anche le “tigri”, cioè i funzionari di alto livello. Nei mesi scorsi, almeno 200 persone ritenute vicine a Zhou Yongkang sono cadute sotto la mannaia della Commissione per la disciplina.

Tra le accuse non ufficiali rivolte all’ex capo della sicurezza c’è quella di aver sostenuto l’ascesa verso i massimi livelli del potere di Bo Xilai, l’ambizioso uomo politico caduto in disgrazia e condannato all’ergastolo per corruzione e abuso di potere. In assenza di informazioni attendibili, una serie di speculazioni sono comparse nelle ultime settimane su Internet e sui giornali di Hong Kong e di Taiwan, non sottoposti alla severa censura di Pechino.

Secondo alcune di queste, la decisione di chiudere parzialmente decine di aeroporti nella Cina del sudest a causa di esercitazioni militari, annunciata la settimana scorsa, sarebbe dovuta ad una “lotta di potere” in corso nel gruppo dirigente cinese. Ritardi e cancellazioni di voli proseguiranno in questi aeroporti, tra cui quelli della “capitale finanziaria” del Paese, Shanghai, fino a metà agosto.