Donald Trump, le prime mosse: muro, aborto, Nato, razzismo…

Donald Trump, le prime mosse: muro, aborto, Nato, razzismo...
Donald Trump, le prime mosse: muro, aborto, Nato, razzismo…

ROMA – Donald Trump, le prime mosse: muro, aborto, Nato, razzismo… Dopo l’elezione del tycoon alla Casa Bianca, un presidente che dichiara “America first” e come rappresentante europeo ha visto solo l’euroscettico Nigel Farage, i Paesi della Ue dovranno trovare nella sicurezza condivisa il minimo comun denominatore.

La prospettiva è tuttavia piena di incertezze. “Tutti dicono che ci sarà sicuramente differenza tra quanto detto in campagna elettorale e quanto farà da presidente, ma in realtà nessuno sa cosa succederà con Trump e l’idea è quella di farsi scenari”, hanno spiegato a Bruxelles prima della cena dei ministri degli Esteri convocata da Federica Mogherini, disertata da Boris Johnson (la Gran Bretagna punta a un rapporto bilaterale con la nuova America) e dal ministro dell’ungherese Orban.

Quanto grandi siano i timori è tornato a farlo capire il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. In un ‘op-ed’ al Guardian ha lanciato un appello: “In questi tempi di incertezza abbiamo bisogno di una leadership americana forte, ed abbiamo bisogno che l’Europa sostenga la sua giusta parte del fardello” dei costi della difesa. Ma visto che la partnership tra Europa e Usa è “indispensabile”, “invece di approfondire le differenze dobbiamo avere la saggezza di lavorare insieme”, perché “isolarsi non è un’opzione, né per l’Europa né per gli Usa”.

E Trump? Da una parte ha abbassato i toni minimizzando i toni e rassicurando i tanti manifestanti che ne contestano la leadership (“Protestano contro di me perché non mi conoscono, ma dico loro di non avere paura, assolutamente”). Dall’altra ha via via confermato i programmi più radicali, a partire dal muro col Messico e la cacciata di 2/3 milioni di clandestini.

Muro e tour della vittoria. A far aumentare la tensione potrebbe essere l’intenzione del presidente eletto di fare un ‘tour della vittoria’ negli Stati che lo hanno eletto, come ha ventilato il suo staff, che sta già lavorando al programma. Ma anche il suo impegno a costruire il muro al confine col Messico e ad espellere subito due-tre milioni di clandestini con precedenti penali, come ha ribadito in un’intervista a ‘Sixty minutes’, popolare trasmissione della Csb. Dichiarazioni forti, ma che per alcuni potrebbero anche celare un possibile compromesso.

Il tycoon ha infatti precisato che in alcune aree non ci sarà muro ma recinzione, come proposto al Congresso dai Repubblicani, che stanno cercando una mediazione su vari temi. E se promette di usare il pugno di ferro con 2-3 milioni di clandestini dalla fedina penale sporca, espellendo o incarcerando “i membri delle gang e i trafficanti di droga”, Trump si riserva di prendere una decisione sugli altri irregolari, che sono la maggioranza (circa dieci milioni), solo dopo aver messo in sicurezza la frontiera.

Aborto e armi.  Donald Trump ha annunciato in una intervista alla Cbs che alla Corte costituzionale nominerà giudici ‘pro vita’ e ‘pro secondo emendamento’ (quello sul diritto all’autodifesa con le armi). E se dovesse essere rovesciata la sentenza della Corte suprema che riconosce il diritto all’aborto, la materia tornerebbe di competenza degli stati, ha osservato.

Razzismo. ”Stop” agli attacchi contro i neri, gli ispanici, i gay: lo ha chiesto Donald Trump, dopo essere stato incalzato in una intervista alla Cbs. ”Sono molto sorpreso di sentire questo, odio sentirlo”, ha risposto il tycoon a proposito delle notizie di insulti razzisti e minacce personali contro le minoranze da parte di suoi sostenitori. ”Ma penso si tratti di un piccolo numero”, ha aggiunto.

Lo staff. Stephen Bannon, presidente della campagna elettorale di Donald Trump, sarà il suo chief strategist e il suo consigliere ‘anziano’: lo rende noto un comunicato. Ex manager di Goldman Sachs, presidente del sito ultra-conservatore Breitbarb News, Bannon era in lizza anche per diventare capo dello staff della Casa Bianca, incarico pero’ affidato al presidente del partito repubblicano, Reince Priebus.

 

 

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