Libia, Odyssey Dawn o Harmattan: i tanti nomi delle guerra

ROMA – Odyssey Dawn? Per i francesi si chiama Harmattan. L’operazione militare in Libia seguita alla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha solo pochi giorni ma già almeno due nomi.

Il Pentagono si è riallacciato al poema omerico, anche se la traduzione – e il significato – del nome non sono tutt’ora chiari: l’alba di un’Odissea o l’Odissea all’alba?

Meno poetici ma più concisi i francesi, che hanno battezzato l’operazione da loro inaugurata sabato 19 marzo con il nome del vento africano secco, caldo e polveroso. Padre della decisione il Centre de planification et de conduite des opérations (Cpco), che dipende dallo Stato maggiore dell’esercito, con l’incarico specifico di scegliere i nomi delle operazioni militari, secondo il criterio fondamentale della neutralità.

Anche perché, sottolinea il Sole 24 Ore, dare il nome a un’operazione facilita l’apertura di un teatro militare ed è la prima tappa nell’organizzazione delle operazioni.

Ma non tutte le operazioni vengono chiamate in modo neutro. Perché nell’ottica mediatica il nome porta con sé la propaganda, evocando significati magari non evidenti a prima vista.

Due settimane dopo gli attentati dell’11 settembre, gli Stati Uniti hanno cambiato il nome della missione in Afghanistan, trasformandolo da Inifinite Justice (Giustizia infinita) a Enduring Freedom (Libertà duratura), meno vendicativo agli occhi musulmani.

I francesi, anche in questo caso, hanno ribattezzato la missione con un nome proprio: Pamir, come la catena montuosa della regione.

A differenza delle scelte “neutrali” dei francesi, gli americani spesso hanno compiuto una scelta ideologica del nome. L’operazione in Guatemala del 1954 si chiamava Success, quella a Grenada nel 1983 Urgent Fury, l’invasione di Panama del 1989 Just Cause.

La lezione sul nome afghano è stata ricordata anche per la missione in Iraq: nel 2003 fu infatti la volta di Iraqi Freedom, Libertà per l’Iraq.

In passato era stata invece la volta di Husky per lo sbarco degli Alleati in Sicilia nel 1943, di Avalanche (Valanga) per l’arrivo a Salerno, di Overlord per lo sbarco in Normandia il 6 giugno del 1944.

Quasi vent’anni dopo, nel 1972, teatro il Vietnam, Richard Nixon battezzò con il nome di un ruolo difensivo del football americano gli attacchi aerei statunitensi: Linebacker

Non mancano poi nella storia i nomi dai richiami biblici e religiosi: Gomorra per il bombardamento di Amburgo nel 1943, Grande Profeta per le manovre missilistiche iraniane degli ultimi anni. Israele ha ribattuto con Mosè e Salomone, per poi rivolgersi al meteo, con Summer Rains (Pioggia d’estate) e Autumn Clouds (Nuvole d’autunno) nel 2006, e poi Hot winter (Inverno caldo) nel 2008.

Ovviamente la scelta del nome si fa più complessa quando le operazioni sono condotte da più paesi. Per quanto riguarda l’Unione europea, tutte le sue missioni sono indicate prima di tutto con Eufor seguito dal nome della regione in cui si attuano.

Ma la stessa missione può poi prendere nomi diversi a seconda dell’alleato che vi partecipa. La prima guerra in diretta tv, la guerra del Golfo che del 1991, è conosciuta con il nome di Desert Storm, ma per i britannici è sempre stata l’operazione Granby, per i francesi Daguet, e per gli italiani la traduzione letterale dell’originale: Tempesta nel deserto.

Gestione cookie