Israele, la denuncia delle ong: maltrattamenti e torture dello Shin Bet sui detenuti

Pubblicato il 2 Novembre 2010 - 15:58| Aggiornato il 3 Novembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Maltrattamenti e abusi di prigionieri nei centri di detenzione dello Shin Bet (i servizi di sicurezza interni di Israele) sono denunciati in un rapporto dai toni forti presentato oggi da due note organizzazioni non governative (ong) israeliane che si occupano di diritti umani: B’Tselem e Hamoked Center.

Il rapporto descrive gravi violazioni dei diritti dei detenuti e delle stesse leggi nazionali, nonché casi di vera e propria violenza perpetrata soprattutto in danno di palestinesi.

Numerosi gli episodi specifici raccontati da decine di reduci dalla carcerazione preventiva nelle mani dei servizi: episodi da cui sembra emergere l’uso abituale di pratiche quali l’abbandono dei detenuti in pessime condizioni igieniche, il loro persistente ammanettamento, la privazione del sonno, il ricorso a forme di umiliazione e di pressione fisica o morale.

Su 121 ex prigionieri interpellati – incluse donne, giovanissimi e anziani – oltre la metà ha riferito di essere stata ripetutamente minacciata, il 36% di aver subito umiliazioni e insulti, il 9% percosse. Una buona parte risulta essere stata completamente scagionata prima del rilascio.

Secondo le due ong, i metodi dello Shin Bet ricalcano spesso quelli dei manuali concepiti dalla vecchia Cia per le azioni anti-guerriglia (tacciate poi di illegalità) compiute o commissionate negli anni ’60-’80 in America Latina.

Fonti della dirigenza politica palestinese rincarano la dose, parlando apertamente di ”torture”. E citano fra gli altri testimoni che affermano d’essere stati tenuti nudi e senza bere per intere giornate, in celle rese secche dal soffio costante dell’aria condizionata, costretti a bere l’acqua dalle latrine e talora a vedersi urinare addosso da militari o guardiani.

In una replica affidata a un documento di quattro pagine, il ministero della Giustizia israeliano respinge le accuse bollandole come generalizzazioni largamente ”infondate”, costruite su singole denunce ”prive di dettagli” o di elementi di riscontro. Il ministero sostiene inoltre che gli arresti in questione sono avvenuti in un’area di forte tensione nella quale lo Shin Bet opera per ”minimizzare i pericoli a carico delle forze di sicurezza e il rischio di frizioni fra le diverse fazioni”.