Il “compagno di banco” di Wojtyla e il papa segreto: “Gravi dubbi, non si può tacere”

Pubblicato il 5 Maggio 2011 - 10:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Mentre il Vaticano chiude il sipario sulla beatificazione di Giovanni Paolo II, parla il suo compagno di banco, il teologo Giovanni Franzoni, colui che sedeva vicino a Wojtyla al concilio Vaticano II.

«È mio dovere elencare i gravi dubbi che non si possono tacere…mi rendo conto che alcune miei affermazioni sembrano inaudite. Lasciare Wojtyla nella sua complessità, e affidarlo alla storia, oltre che alla memoria della Chiesa, sarebbe la scelta migliore per onorarlo nella sua sfaccettata verità. L’insistenza e l’ansia con cui molti ambienti lavorano per la beatificazione a me pare un atteggiamento che poco sa di evangelico e molto di voglia di esaltare il pontificato romano come istituzione» .

La testimonianza è contenuta in «Wojtyla segreto» , di Ferruccio Pinotti e Giacomo Galeazzi (edito da Chiarelettere). Pinotti spiega: «Wojtyla è stato un grande condottiero, non un santo. Ossessionato dal comunismo, tanto da combatterlo in modo un po’ machiavellico. Così determinato a proteggere il potere della Chiesa da contrastare la teologia della liberazione, lasciare solo il cardinal Romero e negare la pedofilia dei preti».

E ancora spiega: «A Roma Wojtyla frequenta ambienti contigui a Escrivà de Balaguer, dell’Opus Dei, e negli Usa crea un asse segreto con Zbigniew Brzezinski, il consigliere della Casa Bianca teorico dell’uso della religione per distruggere l’Urss. Un network che lo sosterrà anche quando, da Papa, pomperà in Polonia il denaro dello Ior e dell’Ambrosiano, usando in modo spregiudicato Marcinkus e Calvi: pentiti dicono che denaro mafioso veniva dirottato a Solidarnosc. Ma ciò lo renderà poi ostaggio di forze restauratrici e di potere. Ciò spiega la copertura a Marcinkus e a padre Maciel dei Legionari di Cristo accusato di sevizie su 8 minori, data con il consenso di Ratzinger».