Flavio Zanonato, nemo ministro in Padova

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2013 - 04:30 OLTRE 6 MESI FA
Flavio Zanonato fra Sergio Marchionne e Giorgio Squinzi (Ansa)

Flavio Zanonato fra Sergio Marchionne e Giorgio Squinzi (Ansa)

PADOVA – Flavio Zanonato, è ritornato nella sua Padova, città dove è stato sindaco per 15 anni (dal 1993 al 1999, poi dal 2004 al 2013) ma da ministro dello Sviluppo Economico ha incassato solo fischi dagli industriali patavini. L’occasione era l’assemblea di Confindustria Padova. Così l’ha raccontata Teodoro Chiarelli su La Stampa:

“«Qui da Padova vogliamo dare la sveglia al Paese». Alza la voce, dal palco dell’assemblea di Confindustria, il presidente degli industriali patavini, Massimo Pavin. Di fronte a lui annuiscono il leader degli industriali italiani, Giorgio Squinzi e, soprattutto il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, che sino a due mesi fa, qui, faceva il sindaco. Poi proprio Zanonato sale sul palco e, puntualmente, si becca i fischi e i “buu” degli imprenditori suoi concittadini quando dice candidamente: «La volontà di rimborsare i primi 40 miliardi di debiti della pubblica amministrazione c’è. Ci sono però anche dei controlli da fare e poi si potrà pagare dopo le dovute verifiche». Come dire: tempi diluiti. Apriti cielo.

I fischi – almeno alcuni dei contestatori più accesi, secondo l’entourage del ministro, sono di simpatie leghiste sembrano tirar giù l’auditorium. Con Zanonato che tenta di spiegare («Io preferisco dire come stanno le cose, voi preferite farvi raccontare balle, come hanno fatto per dieci anni»), fino a sbottare: «Non sarà certo qualche “baluba” che c’è qui a cambiare la realtà». Poi interviene Squinzi e cala il carico. «La solidarietà umana verso il ministro che si è appena insediato, e si fa carico di un fardello enorme, è totale. Ma certo non estendo la solidarietà a questo Stato».

Per comprendere e toccare con mano la rabbia, il disagio e il senso di solitudine di chi fa impresa bisogna venire qui, nel cuore del Veneto, in quell’area omogenea fra Treviso, Vicenza, Venezia e Padova, appunto, che genera il 7% del Pil nazionale e realizza il 13,4% dell’export. Una realtà che soffre, ma che difende a denti stretti i suoi punti di forza. Padova è la prima provincia nel Nord Est, e la nona in Italia, per numero di imprese operative (92.040), prima in Veneto e decima in Italia per reddito prodotto (25,1 miliardi di euro). La città è sesta in Italia per brevetti depositati nel 2012 (1.979). E con 32 start up innovative registrate nei primi cinque mesi del 2013 è al sesto posto (dopo Milano, Torino, Roma, Bologna, Trento).

L’industria padovana conta i danni della crisi e al di là di qualche segno di vitalità – come l’export – non scorge indicazioni di svolta, almeno nel breve. Sono 1.600 le imprese associate a Confindustria Padova, cuore e pancia di quell’imprenditoria del Nord Est che sei anni fa a Vicenza si spellava le mani per Silvio Berlusconi”.