Forbes: “La Russia è militarmente superiore alle forze Nato”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Dicembre 2015 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA
Forbes: "La Russia è militarmente superiore alle forze Nato"

Vladimir Putin (LaPresse)

ROMA – Secondo Forbes, la Russia avrebbe una serie di vantaggi che potrebbero garantire il successo delle forze armate russe in un ipotetico conflitto armato con l’Alleanza Atlantica. Infatti molti sembrano certi che il conflitto militare tra la Russia e la Nato sia dietro l’angolo, alcuni sanno già quale delle due potenze avrebbe la meglio se l’ipotesi dello scontro diventasse realtà. Tra questi c’è Loren Thompson di Forbes.

L’editorialista, come riporta Giulia Bonaudi su Il Giornale,

è convinto che tra la Russia e la Nato, sia la Russia ad avere una serie di vantaggi che potrebbero assicurarle il successo in un ipotetico conflitto armato. ​In primo luogo, secondo Thompson, la NATO ha trascurato la preparazione a respingere le minacce di armamenti ad alta tecnologia. “Quindici anni di guerra contro i combattenti in Asia centrale hanno reso l’esercito ben attrezzato per combattere guerriglieri come i terroristi del Daesh (ISIS), ma molto meno preparato ad affrontare un nemico dotato di carri armati, artiglieria ed aerei d’attacco”, scrive Thompson nel suo articolo.

Nell’articolo pubblicato sulla rivista americana, Thompson procede poi nell’analisi dei punti di forza della potenza russa rispetto alla Nato:

Il vantaggio geografico: “La Russia è storicamente abituata a combattere a terra e dato il massiccio dispiegamento delle forze armate nella parte occidentale del Paese, Mosca può concentrare rapidamente i suoi militari”, ha spiegato Thompson.

La difesa aerea: l’autore dell’articolo è convinto inoltre che il supporto aereo della NATO non possa essere efficace perché la Russia ha un grande potenziale nella difesa aerea.

Le armi: “Dal momento che i militari russi stanno diventando sempre più professionali, la Russia ha introdotto diverse armi convenzionali avanzate, mentre gli USA e i suoi alleati investono poco nelle nuove tecnologie”, scrive Thompson.