Imu, Berlusconi, Ilva, calciomercato: rassegna stampa e prime pagine

ROMA – Imu sospesa solo sulla casa. Il Corriere della Sera: “La sospensione dell’Imu sarà decisa dal governo domani. Ma toccherà solo la prima casa e (forse) gli immobili rurali. Per capannoni e immobili strumentali, le aziende dovranno attendere la riforma complessiva dell’imposta.”

Intercettazioni, mossa del Pdl Il Pd: non alzate la tensione. L’articolo a firma di Virginia Piccolillo:

“Le larghe intese si assottigliano sulla giustizia. Ieri, sulla ferita aperta delle grane giudiziarie di Silvio Berlusconi ha gettato sale l’arrivo alla Camera della richiesta per l’autorizzazione all’ascolto di intercettazioni di Denis Verdini, Nicola Cosentino e Marcello Dell’Utri sulla P3. Ma, nel giorno in cui il plenum del Csm ha sollecitato il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri a far «sentire il proprio sostegno alla magistratura tutta», è soprattutto la presentazione di un progetto di legge del Pdl Enrico Costa, che riprende proprio il vecchio testo Alfano contro l’abuso delle intercettazioni, a creare polemiche. Il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, lancia un altolà: «Il Pdl non alzi la tensione. Il provvedimento sulle intercettazioni non è all’ordine del giorno e non sono una priorità né del Parlamento né del governo». E Beppe Grillo scrive sul blog: «Il silenzio catacombale delle istituzioni sui processi a Berlusconi è preoccupante. Vuol dire che questo signore ha strumenti di pressione ignoti, che usa come salvacondotto».”

Berlusconi: non voglio il voto anticipato. L’articolo a firma di Paola Di Caro:

“L’ex premier è al centro delle richieste contrapposte di chi, l’ala dura dei Verdini, Brunetta, Santanchè e una larga parte del Pdl, ritiene che si debbano fare con decisione «tutte le nostre battaglie, a partire da quella sulla giustizia» senza perdere l’opportunità di «tenere aperta la finestra elettorale d’autunno» e chi — da Letta ad Alfano a Schifani a Cicchitto — predica calma e sangue freddo perché «il tuo scudo, presidente, è proprio questo governo». Al centro, appunto, il Cavaliere deve tenere la barra. Sapendo che, come gli hanno confermato sondaggi e focus group, la risalita dei consensi è legata proprio all’atteggiamento di responsabilità mostrato finora. È bastato esasperare i toni sulla giustizia e far intravedere una battaglia personale che mettesse a rischio il governo, gli hanno spiegato, per scontentare gli elettori. Berlusconi sa bene tutto questo, e nonostante la grande amarezza che prova in questo momento per processi «assurdi, inconcepibili» per accuse «totalmente inventate», nonostante confessi ai suoi che per i verdetti che lo attendono non si aspetti «nulla di buono, è chiaro che vogliono farmi fuori per via giudiziaria dopo che per 20 anni non sono riusciti a eliminarmi politicamente», sul sostegno al governo è netto. «Questo governo — dice in queste ore — è necessario al Paese. La nostra grande preoccupazione è per l’economia, per i disoccupati che continuano ad aumentare, per una crisi che non viene meno».”

Prodi e la tessera «dimenticata» L’addio è sempre più vicino. L’articolo a firma di Francesco Alberti:

“«Le ho qui da tempo le tessere 2013 di Romano Prodi e della moglie Flavia. No, non è ancora venuto nessuno a ritirarle. Sento dire che il Professore starebbe meditando di non rinnovare l’iscrizione al Pd: condivido pienamente, dopo l’agguato che gli hanno tirato sul Quirinale…». Non è lo sfogo di un militante qualsiasi. E non è nemmeno uno sfogo. È il ragionamento, tra rabbia, amarezza e un insopportabile senso di impotenza, della coordinatrice del circolo dei Democratici dove è iscritta metà della famiglia Prodi (l’ex premier, la moglie Flavia, il figlio Giorgio). Il circolo è intitolato a Joyce Salvadori Lussu, scrittrice, poetessa, ma soprattutto partigiana nelle Brigate Giustizia e Libertà, medaglia d’argento al valor militare. «Donna coraggiosa, non come quei 101 che hanno tramato nell’ombra…» ringhiano, stracciando tessere, restituendole, qualcuno bruciandole, tanti iscritti, e non necessariamente prodiani (commento del segretario bolognese, Raffaele Donini, non l’ultimo arrivato: «Prodi non rinnova? Ha subito una vigliaccata»).”

Imu sospesa solo per la prima casa. L’articolo a firma di Mario Sensini:

“La sospensione della rata di giugno dell’Imu, che il governo deciderà venerdì con un decreto, riguarderà solo la prima casa e, molto probabilmente, gli immobili rurali. Niente rinvio, dunque, né sconti, sui pagamenti dovuti dalle società per i capannoni e gli immobili strumentali. In attesa della riforma complessiva dell’Imu e della fiscalità immobiliare, che il governo presenterà entro fine agosto, nel governo prevale la linea della prudenza. Il calo del Pil superiore al previsto, con un probabile maggior deficit 2013 di qualche decimale, ha indotto l’esecutivo a non alimentare troppe aspettative sulla riduzione dell’Imu con una sospensione generalizzata dei pagamenti. Che, per giunta, avrebbe sottratto ai Comuni una decina di miliardi di risorse, fondi che lo Stato avrebbe dovuto comunque anticipare. Fatto sta che il decreto di venerdì, oltre al rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per 1,2 miliardi di euro («Non sarà un intervento tampone» ha detto ieri il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini) prevederà solo lo stop alla prima rata dell’Imu sull’abitazione principale. La decisione è giunta ieri al termine di un vertice tra il premier Enrico Letta, il vice premier, Angelino Alfano, e il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che subito dopo ha incontrato il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta.”

L’Imu slitta solo per la prima casa. La Stampa: “Stop all’Imu per la prima casa, ma resta per i capannoni delle imprese. «I conti non ce lo permettono» dice Saccomanni. Domani il decreto. Doccia fredda dall’Eurostat: l’Italia nella recessione, settimo trimestre in rosso, il Pil nel 2013 giù dell’1,5%. Nuove tensioni Pd-Pdl sulle intercettazioni.”

Italia nella morsa della recessione. Pil -1,5% nel 2013. L’articolo a firma di Luigi Grassia:

“L’Europa ha cominciato il 2013 in recessione, lo confermano i dati ufficiali dell’Eurostat. A prima vista il calo del prodotto interno lordo non è traumatico: dopo il -0,6% dell’ultimo trimestre 2012 arriva il -0,2% del periodo gennaio-marzo. Quindi la recessione si fa meno pesante, a quanto sembra. Però il -0,2% è un regresso doppio di quello che si aspettavano gli analisti, e anche il -0,5% dell’Italia è più forte del previsto. Per il nostro Paese è il settimo calo trimestrale consecutivo e l’Istat calcola che la variazione acquisita per l’intero 2013 sia pari a un -1,5%. Inoltre c’è da registrare che entra ufficialmente in recessione un’economia grande come quella della Francia, finora immune, e persino la Germania di salva per il rotto della cuffia: la crescita trimestrale del suo Pil è appena dello 0,1% come dire che la ormai ex locomotiva tedesca non è più in grado di svolgere il tradizionale compito di traino della crescita degli altri Paesi.”

Usa, repubblicani all’attacco su fisco e giornalisti spiati. L’articolo a firma di Paolo Mastrolilli:

“«La mia domanda non è chi si dimetterà, ma chi andrà in prigione per lo scandalo dell’Irs». Con queste parole lo Speaker repubblicano della Camera John Boehner, terza carica dello stato in America, ha alzato al massimo livello possibile la disputa politica sulle inchieste lanciate dal fisco contro i gruppi conservatori che chiedevano lo status di organizzazioni esentasse. L’Fbi sta indagando sul caso, mentre l’Irs ha identificato due dipendenti colpevoli di aver ecceduto il mandato. Il segretario Holder ne ha parlato ieri davanti alla Commissione Giustizia della Camera, dove è finito sotto tiro anche per lo spionaggio ai danni dell’agenzia di stampa «Associated Press». Due dei tre scandali, insieme al cover-up sulle informazioni relative all’assalto dell’11 settembre scorso contro il consolato americano a Bengasi, che stanno scuotendo e minacciando l’amministrazione Obama. Il caso dell’Internal Revenue Service riguarda il sospetto che il fisco avesse preso di mira i gruppi legati al Tea Party per negare le agevolazioni sulle tasse concesse alle organizzazioni politiche. Un favore alla Casa Bianca, che l’avrebbe aiutata a bilanciare il vantaggio ottenuto dai repubblicani in termini di finanziamenti elettorali, dopo che la Corte Suprema aveva tolto ogni limite alle donazioni private. Obama ha detto che non sapeva nulla di questi atti, condannati come inaccettabili, e ieri ha incontrato i capi del dipartimento alla Giustizia per fare il punto sul caso. L’Fbi ha aperto un’inchiesta penale, e l’Acting Internal Revenue Service Commissioner Steven Miller ha detto che ha individuato due impiegati dell’ufficio di Cincinnati responsabili di atteggiamenti «eccessivamente aggressivi» nei confronti del Tea Party. Holder ha promesso alla Camera che l’indagine è appena cominciata e andrà fino in fondo.”

Ciclone Ilva, finisce in carcere anche il presidente della Provincia. L’articolo a firma di Guido Ruotolo:

“Al di là della metafora e nonostante la Corte Costituzionale abbia dato il via libera nei fatti alla restituzione del milione di tonnellate d’acciaio prodotto in questi mesi, sequestrato dai magistrati perché ritenuto «corpo del reato». Nonostante l’Autorizzazione integrata ambientale molto più stringente, l’esautorazione dalla gestione dell’Ilva della famiglia Riva, avendo nominato prima Bruno Ferrante presidente e poi Enrico Bondi amministratore delegato dell’Ilva. Nonostante tutto ciò, prossima alla chiusura dell’inchiesta sul disastro ambientale, la Procura di Taranto e il gip Patrizia Todisco si apprestano a giocare altre carte. Non c’è pace a Taranto, dove da dieci mesi si combatte una guerra giudiziaria con colpi di scena a ripetizione. Stupisce che due politici finiscano in carcere non per avere intascato soldi ma per avere minacciato – il reato contestato è quello di concussione per costrizione e per induzione – dei funzionari dell’amministrazione provinciale affinché firmassero certe autorizzazioni ambientali a favore dell’Ilva pena il licenziamento o il trasferimento. E tutto questo solo per non disturbare il manovratore, l’Ilva stessa.”

Assediati. Cavani, Jovetic, Lamela e Vidal sotto tiro delle big d’Europa. L’articolo de Il Corriere della Sera a firma di Alessandro Bocci:

“Noi, per adesso, stiamo a guardare. Schiacciati dalla crisi economica, intimoriti dallo spettro del fair play finanziario e alle prese con la delicata scelta degli allenatori. All’estero è cominciato il mercato delle stelle, le società di casa nostra invece giocano in difesa. I paperoni, ormai, sono altrove. Lontano dall’Italia spendono e spandono senza preoccuparsi delle regole economiche imposte da Platini. Il City, anche senza Roberto Mancini, ha messo in cima alle preferenze Edinson Cavani, cioè il miglior giocatore del campionato italiano e strizza l’occhio ad altri tre talenti della serie A: Jovetic, Lamela e Vidal. L’obiettivo è prenderne almeno uno. Un forcing massiccio che al tempo stesso rischia di essere destabilizzante. Le grandi d’Europa (anche le aspiranti tali) hanno già apparecchiato la tavola e pensano a fare la spesa. Senza badare ai soldi. Lo stesso City, per accontentare il nuovo allenatore, il cileno Manuel Pellegrini, ha trovato l’accordo con il giovane centrocampista spagnolo Isco e tratta con il Malaga sulla clausola rescissoria fissata a 30 milioni e intanto bussa alla porta dello Shakhtar per il brasiliano Fernandinho, che si può svincolare per 40 milioni. E in Francia il Monaco, appena salito in Ligue1 grazie a Claudio Ranieri, festeggia l’evento spendendo 60 milioni (quelli della clausola) per portare via all’Atletico Madrid il centravanti Falcao che andrà a guadagnare 10 milioni netti a stagione. E per non far soffrire di solitudine l’attaccante colombiano, il russo proprietario del club monegasco ha già un principio di accordo con Carlitos Tevez, vecchio sogno milanista, ormai sopportato a Manchester.”

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