Umbria, Catiuscia Marini si ricandiderà. Ma il Pd vuole le primarie

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Giugno 2014 - 09:35 OLTRE 6 MESI FA
Tensione in Umbria Marini si ricandiderà Il partito: primarie

Catiuscia Marini (LaPresse)

ROMA – Se è vero che dopo il disastroso voto perugino è suonato il campanello d’allarme anche per lei Catiuscia Marini, la governatrice rossa dell’Umbria, non si tira indietro ed anzi si dice pronta a ricandidarsi per un secondo mandato: “Non rinuncio a proseguire la battaglia del rinnovamento…”.

Già, però, a testimonianza che i rapporti tra quelli della “vecchia ditta” del partito e il “nuovo corso renziano” non siano per niente idilliaci, ecco arrivarle, subito, a stretto giro di posta, quello che somiglia molto a un altolà da parte di Giacomo Leonelli. Vale a dire il segretario regionale del Pd, 35 anni, lui invece renziano di ferro.

Scrive Fabrizio Caccia sul Corriere della Sera:

Il segretario regionale del Partito democratico è perentorio: «Dopo il voto dei ballottaggi è chiaro che anche l’Umbria è diventata ormai una regione contendibile, nulla è più scontato come prima, nulla più dev’essere predeterminato, precotto e quindi non è detto che alle prossime regionali debba essere ricandidata la Marini perché ha fatto solo un mandato. Non è una decisione già chiusa nel cassetto. Dovranno deciderlo piuttosto gli elettori, perché s’è visto purtroppo col voto di Perugia che si è creato uno iato, una distanza, tra il partito e l’elettorato del Pd. Noi abbiamo peccato di hybris , di superbia, e perciò siamo stati puniti dai cittadini».

Catiuscia Marini, dal canto suo, tra la «vecchia ditta» e il «nuovo corso renziano» prova a trovare la sintesi: «Se è vero che senza Renzi non si va da nessuna parte, è anche vero che pure a Renzi serve il Pd, tutto il Pd. Perché il Pd è uno solo e non ha senso parlare di vecchi e nuovi. Il congresso è finito, io ho solo 46 anni, insomma dev’essere chiaro che il Pd vince se è unito. Se invece continuerà a lacerarsi in dibattiti sterili sui gradi di appartenenza alle correnti allora sì che finisce male, come a Perugia. All’appuntamento di marzo 2015, comunque, arriverà una Regione sana di cui Matteo Renzi non proverà vergogna. Ne sono certa. Però, sia chiaro, le decisioni sull’Umbria si dovranno prendere in Umbria e non dovrà pensarci qualcuno da fuori. Noi ci teniamo alla nostra autonomia e la difendiamo con forza. Addirittura dai tempi dello Stato Pontificio».