Chi ha più di 50 anni e negli ultimi sei mesi ha avuto il Covid potrebbe essere a rischio di sviluppare l’herpes zoster. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Open Forum Infectious Diseases: anche i pazienti con un caso lieve della variante Omicron erano a rischio maggiore rispetto a quelli che non erano stati contagiati.
Secondo quanto riportato dal Sun, le persone ricoverate in ospedale per un caso grave di Covid sono più a rischio, hanno il 21% in più di probabilità di sviluppare l’herpes zoster.
Covid ed herpes
Omicron è una variante più lieve del Covid, soprattutto nei vaccinati. La maggior parte delle persone guarisce dopo alcuni giorni di riposo a casa. L’herpes zoster è causato da un’infezione che riattiva il virus varicella zoster (VZV).
Il virus varicella-zoster può rimanere inattivo nelle cellule nervose per riapparire come fuoco di Sant’Antonio. Il virus infatti dopo la guarigione dalla varicella non viene realmente eliminato dall’organismo, ma trova rifugio nelle cellule nervose, pronto a colpire di nuovo in un secondo momento. Si ritiene che il Covid possa essere un fattore scatenante per riattivare il virus, e le persone anziane sono più a rischio. I primi segnali più comuni del fuoco di Sant’Antonio sono il formicolio, la comparsa di piccole vescicole, arrossamento, malessere e talvolta febbre, sensazione di bruciore e/o prurito.
Le conseguenze causate dall’herpes
Un’eruzione cutanea solitamente può iniziare a manifestarsi sul torace o sullo stomaco, ma può anche comparire sul viso, sugli occhi e sui genitali. Ma soltanto su una parte del corpo. E’ importante dunque sapere che un’eruzione cutanea a destra e a sinistra del corpo sia dovuta all’herpes zoster. Le vescicole pruriginose contengono del liquido, dopo qualche giorno si seccano e scompaiono. L’eruzione cutanea può formare una fascia che appare solo su un lato del corpo e anche quando è scomparsa può comunque essere dolorosa. I farmaci, prescritti dal medico di base, possono accelerare la guarigione, soprattutto se assunti entro tre giorni dall’inizio dei sintomi.