Fracking, così si estrae il petrolio: come funziona e quali rischi

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 9 Ottobre 2012 - 13:12 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il fracking o fratturazione idraulica è una tecnologia per estrarre petrolio e gas naturale dal terreno. Nelle trivellazioni di pozzi, tra i 1500 ed i 6mila metri di profondità, vengono immessi acqua, solventi chimici e sabbia. Sfruttando la pressione esercitata nel terreno il gas naturale ed il petrolio sgorgano fino in superficie, dove vengono immagazzinati. Ma questa tecnica di estrazione, usata per la prima volta nel 1947 negli Stati Uniti, non è del tutto sicura per l’ambiente. Le falde acquifere sono ad alto rischio di inquinamento con il fracking e per questo motivo alcuni paesi hanno posto delle limitazioni o hanno addirittura vietato il suo utilizzo. C’è poi il rischio di terremoti, seppur localizzati nella sola zona soggetta ad estrazione, innescati dalle fratture.

COS’E’ IL FRACKING – Il fracking è una tecnica di estrazione che sfrutta la pressione di tonnellate di acqua e sostanze chimiche immesse nel pozzo per fratturare uno strato roccioso. Tali fratture facilitano l’estrazione di idrocarburi, come il petrolio ed il gas naturale, che una volta immagazzinati possono essere raffinati.

La prima fase è la trivellazione del pozzo che viene perforato orizzontalmente tra i 900 ed i 1500 metri a profondità di circa 3mila metri. All’interno della perforazione viene inserito un tubo rivestito di cemento e poi delle piccole cariche vengono fatte esplodere all’interno del perforatore. In questo modo si creano dei piccoli fori nel tubo che lasciano il passaggio di acqua e sostanze chimiche nel sottosuolo.

Una volta che la struttura è completata nel pozzo vengono immessi fino a 15.900 litri al minuto di acqua mista a agenti chimici e sabbia. Il fluido pompato a pressione entra nel sottosuolo e crea delle fratture, liberando così il gas naturale e il petrolio contenti nel pozzo. La sabbia tiene le fessure aperte e gli idrocarburi liberati risalgono le fessure ed i tubi fino a sgorgare in superficie ed essere immagazzinati dal gasdotto.

CHI USA IL FRACKING – Gli Stati Uniti furono i primi ad utilizzare la tecnica del fracking nel 1947, mentre la Hallburton nel 1949 fu la prima compagnia petrolifera ad  usarla commercialmente. La tecnica stimola e facilita l’estrazione dai giacimenti petroliferi, ma può essere utilizzata anche per altri scopi come la costruzione di pozzi idrici, per misurare le tensioni nella crosta terrestre o per preparare le rocce in caso di trivellazioni per miniere.

INQUINAMENTO E TERREMOTI: I RISCHI – Il fracking è sicuramente uno strumento utile nelle mani delle aziende per estrarre il petrolio, ma non privo di rischi. La preoccupazione principale riguarda l’inquinamento: le sostanze chimiche, e nocive per l’uomo, potrebbero contaminare le falde acquifere, con conseguenti danni per la salute della popolazione che vive nella zona sottoposta a fratturazione idraulica. Altra conseguenza di questa tecnologia riguarda la generazione di micro-terremoti, che sono comunque di intensità limitata e colpiscono sono le zone in cui la fratturazione del sottosuolo ha causato un’instabilità.