Barbara Berlusconi: “Il Milan? E’ l’avatar di mio padre”

Pubblicato il 21 Dicembre 2010 - 19:51 OLTRE 6 MESI FA

Barbara Berlusconi

Sempre più vicina all’universo rossonero ma mai suo numero uno, perché “l’unico presidente è Silvio Berlusconi” e perché il Milan non è che ”l’avatar” del premier, la creatura amata e portata ai vertici del calcio mondiale da un quarto di secolo a questa parte.

Così, in un’intervista a “Vanity Fair”, Barbara Berlusconi commenta il suo ingresso nella stanza dei bottoni di Via Turati. ”Per me – ha osservato – il Milan è l’avatar di mio padre. Lui ha con la squadra un legame sentimentale molto forte, perchérappresenta in modo immediato il successo che è stato in grado di conseguire in tutti i settori in cui ha operato. Per me è un’opportunità di crescita professionale perché, pur essendo tifosa, so tenere i nervi saldi. Infatti mi concentrerò soprattutto sull’aspetto gestionale”.

Aspetto che non contempla lo scranno più alto della società. ”L’unico presidente è  Silvio Berlusconi – ha puntualizzato ancora la figlia del presidente del Consiglio -. Mi sembra prematuro pensare a una sostituzione. Entro nel Milan perché vorrei capire sul campo alcune dinamiche in una realtà d’impresa molto complessa. E poi c’è la tutela dell’interesse della mia famiglia, che continua ad appassionarsi in modo diretto alla squadra”.

Un club che, oltre alla vicinanza della famiglia del premier, puo’ contare sulle capacità dell’amministratore delegato, Adriano Galliani. ”Un perno insostituibile nel Milan – ha sottolineato la giovane Berlusconi -. E, per me, una risorsa da cui imparare. Penso sia uno dei dirigenti sportivi più capaci, ha alle spalle un’esperienza trentennale e una storia di manager di successo”.

Quanto al binomio Milan-famiglia Berlusconi – ha aggiunto Barbara – ”non abbiamo pensato di fare un passo indietro. Però c’è stata una corretta valutazione dei costi e degli sprechi. Guadagnare con il calcio in Italia è ancora un’utopia, ma si può’ essere più certi di impiegare il denaro massimizzandone le potenzialità”.