“Possibile che chi compra la Roma abbia già bisogno di un prestito della banca?” Luca Valdiserri sul Corriere

Pubblicato il 17 Aprile 2011 - 13:03 OLTRE 6 MESI FA

Thomas DiBenedetto (foto LaPresse)

“Silvio Berlusconi, che si autodefinisce il più vincente presidente della storia, e il presidente della Lazio, Claudio Lotito, hanno salutato l’arrivo di Thomas R. DiBenedetto, nuovo ‘collega’ alla guida della Roma, primo investitore straniero della serie A. Berlusconi l’ha avvisato che con il calcio, in Italia, non si guadagnano soldi ma si perdono. Lotito ha detto: ‘Adesso tutti esaltano lo zio Tom, ma anche lui non può portare più soldi di quelli che ha. Dovrà aumentare i ricavi dalle attività commerciali sostenute dai tifosi. Il problema è che se lo faccio io, passo per tirchio. Ma ormai i presidenti sono costretti a pensarla tutti come me'” .

Un articolo del Corriere della Sera a firma Luca Valdiserri pone una serie di interrogativi sull’acquisto della Roma da parte di Thomas DiBenedetto. l’interrogativo principale è sul prestito di 40 milioni che sarebbe stato fatto allo “Zio Tom”.  L’articolo del Corriere si pone infatti la domanda: “Possibile che chi compra la Roma abbia già bisogno di un prestito della banca?”

“La cordata americana non è composta da mecenati – spiega Valdiserri – : sono uomini d’affari e vogliono che la Roma produca utili. È possibile? Il contratto preliminare per il passaggio di proprietà del pacchetto di maggioranza (67%, valore 70,3 milioni) è stato firmato negli uffici di uno studio legale di 13 piani e con 600 dipendenti. Un particolare che dà l’idea del genere di affari che trattano DiBenedetto e soci”.

“Perché, allora, – continua l’articolo del Corriere della Sera – nel comunicato congiunto trova spazio un prestito di 40 milioni così congegnato? ‘L’efficacia del contratto di compravendita è subordinata  alla concessione ad As Roma da parte di Roma 2000 di un vendor loan, della durata di 10 anni e dell’importo di 10 milioni di euro (reinvestendo in pratica una parte della somma della vendita; ndr) e alla sottoscrizione da parte di As Roma di un accordo di finanziamento con Unicredit, della durata di 5 anni e dell’importo di 30 milioni di euro” .

“Possibile che chi compra la Roma abbia già bisogno di un prestito della banca? Unicredit ha in pratica rimodulato l’esposizione, visto che la Roma stava erodendo flussi di denaro futuri (contratti tv e di sponsorizzazione) in un’ottica di brevissimo periodo. Ora, con il finanziamento e con la prima ricapitalizzazione entro il 2011 (35 milioni), ci saranno 75 milioni di nuova finanza per fare mercato, pagare stipendi e spese vive, iscrivere la squadra al campionato facendola rientrare nei parametri, dare ossigeno a una programmazione di ampio respiro”.

“Unicredit scommette sul suo 40% e, anche se per ora gli americani hanno portato più idee che soldi, non c’era altra strada. Il piano industriale ha convinto Unicredit che c’è un futuro e la Roma era in una situazione pre-fallimentare. Nei giorni scorsi il 63% dell’Arsenal è finito nelle mani del magnate americano Stan Kroenke per una cifra vicina ai 450 milioni di sterline (501 milioni di euro). I quattro investitori americani, per ora, metteranno circa 10,5 milioni a testa, in attesa dell’Opa, le due ricapitalizzazioni e il calciomercato da finanziare”.

Aggiunge il Corriere “È tanto? È poco? La risposta è diversa: è il massimo che si potesse fare. Ora, però, comincia il difficile. La squadra battuta ieri in casa dal Palermo ha quasi azzerato le sue speranze di quarto posto, messo in crisi le speranze di Montella di una riconferma ma indebolito anche Gian Paolo Montali, direttore operativo che doveva essere il “motivatore” per questo finale di stagione”.

Continua Valdiserri: “Di-Benedetto non ha visto la partita, stava trasferendosi da Boston a Fort Myers, in Florida. Forse è stato meglio così. Avrebbe maledetto anche lui Vucinic, che lo emozionò segnando contro l’Inter nella prima partita che lo zio Tom vide dal vivo all’Olimpico, ma che ieri non ha saputo mandare in gol un pallone a porta vuota. La stessa porta. Ma tanto è cambiato da allora e tanto, tantissimo, cambierà presto. Della Roma di ieri, nessuno è più sicuro del posto. Anzi, uno sì: Totti” conclude l’articolo del Corriere.