Doping. Armstrong pronto a collaborare: “Se inchiesta giusta e non caccia alle streghe”

Lance Armstrong

Lance Armstrong è pronto a collaborare nell’ambito dell’inchiesta aperta dalle rivelazioni di Floyd Landis, che ha accusato il corridore texano e la sua ex squadra, la Us Postal, di aver fatto uso di sostanze dopanti. “Un’inchiesta legittima, credibile e giusta ma non sprecherò il mio tempo se si tratta una caccia alle streghe”, dice Armstrong.

Mercoledì il New York Times ha rivelato che le autorità  federali americane hanno spiccato dei mandati di comparizione davanti al grand jury per tutti i testimoni del caso. ”Ripeto che all’Us Postal era semplicemente un corridore – ha continuato Armstrong, 38 anni, quest’anno al suo ultimo Tour de France – non so come potrei essere più chiaro di così. Non avevo quote, non percepivo dividenti, non facevo parte del consiglio d’amministrazione”.

Landis, che vinse il Tour nel 2006, ma poi perse il titolo per doping, ha chiamato in causa non solo Armstrong negli anni in cui erano compagni alla Us Postal, tra il 2002 ed il 2004, ma anche altri corridori ed il manager della squadra, Johan Bruyneel. Accuse che il texano, sette volte vincitore del Tour, ha sempre respinto. ”Floyd è come un cartone di latte andato a male: non serve berlo tutto per capire che non è buono”, aveva commentato, una decina di giorni fa, proprio all’inizio del Tour, alle ultime accuse dell’ex compagno.

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