ROMA – Scatta la condanna per corruzione anche nei confronti di chi, sebbene non prenda mazzette o tangenti, fa comunque arrivare all’orecchio dell’imprenditore – disponibile a corrompere per ampliare il suo giro di affari – il ‘sogno’ che un pubblico ufficiale vorrebbe realizzare in cambio di facilitazioni nell’affidamento di appalti.
La Cassazione, infatti, ha confermato la condanna per concorso in corruzione nei confronti di un ‘faccendiere’, Giovanni C., che aveva fatto da “intermediario” tra un funzionario dell’Anas di Torino, Franco D. A., desideroso di viaggiare gratis in Mercedes, e l’imprenditore Giuseppe M., disposto a dargli l’uso gratuito della berlina in questione con tutte le spese pagate, compresi i pedaggi autostradali, in cambio di un occhio di riguardo nell’aggiudicarsi gare di manutenzione stradale.
Non è ancora nota l’entità della pena inflitta, ma la sentenza 14541 della Cassazione non ha dubbi nel ritenere che questo tipo di ‘interposizione’ è “indice di una sorta di commistione tra pubblico e privato e di un anomalo inserimento” del ‘faccendiere’ “nel mercimonio delle pubbliche funzioni esercitate” dal funzionario dell’Anas. Sia l’imprenditore sia il funzionario sono stati processati a parte.