Giovani e alcool: la “prima volta” a dodici anni

Continua ad abbassarsi l’età media dei ragazzi che iniziano a consumare alcool. Secondo uno studio realizzato nella città di Bologna dall’Osservatorio sulle dipendenze patologiche dell’Ausl, il primo bicchiere viene consumato a dodici anni per i ragazzi e a tredici per le ragazze. “I ragazzi sotto i sedici anni – spiega Raimondo Pavarin, il responsabile dell’Osservatorio – bevono semplicemente perché l’alcool costa meno ed è legale. Solo successivamente provano altre sostanze”.

Il quadro che emerge dalle 1100 interviste realizzate nel capoluogo emiliano, contenute nel volume “Sballo, nuovi stili di consumi tra i giovani”, è preoccupante. Prima dei sedici anni l’alcool non viene assaggiato per gusto ma per divertimento (28 per cento), curiosità (14 per cento), desiderio per la sostanza (12 per cento tra i maschi), emulazione (4 per cento). Sono percentuali che fanno riflettere, soprattutto comparate a quelle degli attuali maggiorenni e adulti. Questi ultimi hanno bevuto il primo bicchiere a quindici anni, tre anni dopo la media degli attuali adolescenti.

Nonostante si comportino tendenzialmente come i coetanei maschi (l’86 per cento ha bevuto almeno una volta nell’ultimo anno e il 70 per cento nell’ultimo mese), le ragazze mostrano maggiori sensi di colpa. Il 12 per cento è convinta di dover ridurre gli alcolici, il 10 per cento si sente criticata per il suo vizio, il 14 per cento è a disagio in questa situazione.

I dati più preoccupanti sono comunque quelli legati all’alcolismo. Il 3 per cento delle ragazze intervistate sotto i sedici anni è alcolizzata, il 3,5 per cento delle ragazze e il 7 per cento dei ragazzi ha avuto un incidente stradale nell’ultimo anno. Il 9 per cento degli adolescenti crede di aver perso il controllo dell’uso di questa sostanza.

Secondo Pavarin “il divertimento ormai è sempre legato all’uso di una sostanza e l’alcol è quella più facile da trovare. Oltretutto non c’è una politica unitaria: è legale ma vietato”. I giorni più a rischio sono quelli del weekend: “Nessun ragazzo beve ai pasti, i “soft drink” sono compagni del fine settimana”, afferma Mila Ferri, responsabile regionale del servizio dipendenze patologiche.  “Si tratta di un problema sociale più che di ordine pubblico – aggiunge il commissario di polizia Anna Maria Cancellieri – i gestori delle discoteche devono controllare che non entrino ragazzi sotto i 16 anni e noi ci aspettiamo che lo facciano. Se non è così, il caso va studiato”.

*Scuola di Giornalismo Luiss

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