MILANO – Pare strano che una casa di cura nata come clinica del lavoro e centro di riabilitazione paghi uno studio sulla presenza o meno di vita sul pianeta Marte. Eppure, stando all'inchiesta della Procura di Milano, e' quel che e' accaduto alla Fondazione Maugeri, struttura privata-convenzionata e ora al centro di un'indagine che ha portato ad arrestare i suoi vertici, un paio di consulenti e l'ex assessore alla sanita' lombarda, in carica negli anni '90, l'ex Dc Antonio Simone.
Nata dal caso del dissesto del San Raffaele, l'indagine per cui ora i pm di Milano Luigi Orsi, Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta ipotizzano un 'prosciugamento' di 56 milioni di euro dalle casse della Fondazione, attraverso contratti di consulenza fittizi per creare fondi neri e rimpolpare i conti esteri di qualcuno, questa mattina ha provocato un nuovo scossone nel mondo della sanita'. I finanzieri e i poliziotti della sezione di pg della Procura, su disposizione del gip Vincenzo Tutinelli, hanno portato in carcere Simone, Costantino Passerino, Gianfranco Mozzali e Claudio Massimo, rispettivamente direttore amministrativo e consulenti della Fondazione. Il presidente dell'ente, Umberto Maugeri, ora all'estero (in Asia), e' stato posto agli arresti domiciliari, mentre Pierangelo Dacco', il procacciatore d'affari gia' in carcere per il caso San Raffaele, e' stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare nella sua cella, a Opera. Tutti sono accusati di associazione per delinquere aggravata dal carattere transnazionale, mentre sono stati contestati a vario titolo altri reati: si va dal riciclaggio all'appropriazione indebita pluriaggravata, dalla frode fiscale all'emissione di fatture per operazioni inesistenti fino all'attribuzione fittizia di beni. Gli indagati in tutto sono una dozzina.
Secondo la ricostruzione di inquirenti, gli arrestati, per il gip ''ad altissimo pericolo di recidiva'' avevano messo a punto un sistema per drenare risorse dalle casse della Fondazione che ricalca quello che sarebbe stato usato per l'istituto fondato da Don Verze'. Con un particolare pero', che la cifra che sarebbe stata sottratta dal 2004 al 2011 all'ente, con sede a Pavia, e' almeno otto volte superiore rispetto a quella 'uscita' dal gruppo di via Olgettina. Stando all'inchiesta, le societa' di Dacco', in particolare l'austriaca Mtb, o altre societa' 'filtro' lussemburghesi o maltesi costituite ad hoc dalla Fondazione, avrebbero fatturato a quest'ultima contratti che riguardavano la ricerca scientifica, come lo studio sulla vita su Marte, lo sviluppo di brevetti o l'individuazione di possibili partner per iniziative sanitarie. Contratti per prestazioni inesistenti, recita l'accusa, che venivano pagati versando i soldi inizialmente in Austria. Soldi che dopo essere rimbalzati per altri conti esteri, anche uno londinese di una societa' di diritto statunitense, in parte sarebbero finiti sui conti di societa' riferibili a Dacco', il quale a sua volta li avrebbe divisi con Simone: quantomeno una decina di milioni ciascuno che sarebbero finiti, tra l'altro, sui conti a Madeira del primo e in una banca a Praga del secondo, per poi far perdere le loro tracce.
''Un vorticoso giro di denaro'', annota il gip- per il quale la cifra distratta e' di circa 30 milioni – che sarebbe partito da Milano dove sarebbero stati presi gli accordi, stipulati i contatti e liquidate le fatture, e che poi sarebbe stato gestito dalla Svizzera, a Lugano, da Giancarlo Grenci, l'uomo di fiducia di Dacco', indagato, che con le sue rivelazioni nell'ambito dell'inchiesta sul San Raffaele (e' stato chiesto il processo per sette persone tra cui lo stesso Dacco' e l'ex direttore amministrativo Valsecchi) ha squarciato il velo anche sul caso Maugeri. Nell'ordinanza del giudice Tutinelli spunta, oltre al nome di Formigoni (Passerino aveva spiegato ai pm che avere rapporti 'privilegiati' con Dacco era conveniente per la Maugeri in quanto aveva stretti legami con il Presidente della Regione), anche la vendita da parte degli imprenditori Zammarchi alla Fondazione della casa di riposo Ombretta: un affare che risale al luglio dell'anno scorso e per il quale Simone avrebbe guadagnato 5 milioni.
Infine c'e' da registrare l'alto pericolo di fuga di Passerino: in base alle intercettazioni e' stato per circa un mese in Croazia – aveva una scheda telefonica croata usata per chiamare la moglie alla quale esprimeva i suoi timori di andare in carcere – poi rientrato in Italia, passando per Lugano, sarebbe stato pronto per ripartire.