Dolce e Gabbana, pm chiede 2 anni e 6 mesi di carcere per “evasione fiscale”

Dolce e Gabbana, pm chiede 2 anni e 6 mesi di carcere per "evasione fiscale"
Stefano Dolce e Domenico Gabbana (Foto LaPresse)

MILANO – Stefano Dolce e Domenico Gabbana  rischiano una condanna a 2 anni e 6 mesi di carcere per presunta evasione fiscale. Questa la richiesta del pm di Milano, Gaetano Ruta, durante l’udienza del processo in Tribunale. Gli stilisti Dolce e Gabbana sono imputati con altre persone a Milano per una presunta evasione fiscale da circa un miliardo di euro.

Il primo reato contestato e che è stato incasellato sotto la dichiarazione infedele dei redditi si è prescritto a fine aprile, per questo il pm ha chiesto che venga dichiarata l’estinzione. Rimane invece in piedi la seconda contestazione e che riguarda il reato di omessa dichiarazione.

Dieci milioni di euro di provvisionale per danno all’immagine sono stati chiesti dall’avvocato Gabriella Vanadia, il legale dell’Agenzia delle Entrate che è parte civile nel processo nel quale sono imputati gli stilisti. La cifra richiesta dovrà essere versata in solido.

Il pm nel chiedere al giudice monocratico la condanna a due anni e sei mesi per i due stilisti ha sottolineato che ”sono coloro che hanno maggiormente beneficiato di questa operazione” e cioè la creazione di una società, la Gado, lussemburghese che, secondo le indagini, risultava essere la proprietaria di due marchi del gruppo e che di fatto veniva gestita in Italia, consentendo così notevoli ”risparmi” fiscali.

Il pm Ruta ha detto: “Gado era una costruzione artefatta funzionale a realizzare il vantaggio fiscale che è stato ottenuto”. La pubblica accusa, oltre a chiedere il carcere per Stefano Dolce e Domenico Gabbana, ha chiesto le condanne di tutti gli imputati eccetto uno, tra cui tre anni di reclusione per Luciano Patelli, il commercialista definito ”istigatore del piano illecito” del quale ci sarebbe stata ”piena condivisione”.

Secondo gli inquirenti l’evasione fiscale sarebbe stata di circa 416 milioni di euro per ciascuno dei due stilisti e a cui vanno aggiunti altri 200 milioni di euro di un presunto imponibile evaso in relazione alla società Gado.

 

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