Cosentino, Procuratore generale della Cassazione: “Si può arrestare”

La I sezione penale della Cassazione ha respinto il ricorso del sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino. I suoi legali – Stefano Montone e Agostino De Caro – avevano presentato istanza contro l’ordinanza di arresto emessa, nei confronti del sottosegretario, dalla Dda di Napoli con l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica per presunti rapporti con il clan dei Casalesi.

Confermare e procedere alla custodia cautelare per il sottosegretario Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Questa la richiesta del sostituto Procuratore generale della Corte di Cassazione, Vito Monetti, nella sua requisitoria durante la camera di consiglio di giovedì mattina in prima sezione penale della Suprema Corte.

Il pg ha infatti chiesto il rigetto del ricorso con il quale il sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, tramite i suoi difensori, ha contestato l’ordinanza di arresto emessa nei suoi confronti dalla Dda di Napoli.

La Camera dei deputati ha già respinto, lo scorso 10 dicembre, la richiesta di arresto e quindi Cosentino finché avrà l’immunità parlamentare non rischia alcuna misura cautelare in conseguenza dell’ordinanza emessa dalla Dda di Napoli, anche nel caso che la Suprema Corte dovesse confermare l’ordinanza di arresto (il verdetto  si conoscerà tra giovedì sera e venerdì).

«Siamo sicuri – avevano detto gli avvocati Montone e De Caro – che tutta la vicenda si sarà chiarita e che Cosentino non avrà nulla da temere nemmeno nell’ipotesi in cui, un domani, non fosse più parlamentare».

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