«Propongo un lodo per imporre ex lege alle più alte cariche dello Stato di non dire stronzate tali da delegittimare le istituzioni». Il deputato Pdl Giancarlo Lehner, utilizza il termine “forte” usato dal presidente della Camera contro i razzisti per attaccare proprio Gianfranco Fini. Come premessa il parlamentare romano prende a prestito una dotta locuzione di Orazio (che tradotta significa”‘nostalgici dei tempi passati”) ma anche termini dialettali siciliani (vastaso, cioè rozzo): «Improvvisati laudatores temporis acti – afferma infatti Lehner – dicono di voler difendere il parlamento, eppure uno di questi, la terza carica dello stato, utilizza coram populo un lessico improprio, incongruo e vastaso, con significanti da osteria e/o da angiporto, delegittimando se stesso e il proprio ruolo. L’unica scusante è forse la sinistrata scuola italiana da cui anch’egli, purtroppo, proviene, tant’è che volendo offendere sanguinosamente la Lega, non ha avuto l’accortezza, per totale sconoscenza, di scartare un termine padanissimo, derivante dal longobardo “strunz”».
Lehner se la prende anche con un finiano doc, Italo Bocchino: «Non si è dimesso da capogruppo vicario del Pdl, la qualcosa, al di là di chiose malevole, potrebbe far supporre che intenda, finalmente, rappresentare non un gruppetto, bensì tutti i deputati del popolo della libertà».
I commenti sono chiusi.