Libia. Obama congela i beni patrimoniali di Gheddafi e famiglia e chiude ambasciata a Tripoli

WASHINGTON, STATI UNITI – L’amministrazione del presidente Barack Obama ha congelato i beni patrimoniali negli Stati Uniti del governo libico, del leader Muammar Gheddafi e di quattro dei suoi figli, poche ore dopo aver chiuso l’ambasciata americana a Tripoli ed evacuato tutto il suo personale.

Funzionari della Casa Bianca hanno detto che l’annuncio del congelamento è stato dato solo dopo la partenza degli americani desiderosi di lasciare la Libia, nel timore di rappresaglie contro di loro. Le misure annunciate  colpiscono direttamente Gheddafi e la sua famiglia, che si crede abbiano ammassato enormi fortune durante i loro 40 anni al potere.

Obama ha accusato il regime del rais di ”violazioni dei diritti umani, di brutalizzare il suo popolo e di scandalose minacce”. In una dichiarazione rilasciata dalla Casa Bianca il presidente afferma che ”Gheddafi, il suo governo e i suoi più stretti collaboratori hanno intrapreso crudeli misure contro i libici, inclusi l’uso di armi da guerra, mercenari e cieca violenza contro civili disarmati”.

Obama ha aggiunto che Gheddafi, la sua famiglia e i suoi accoliti avrebbero potuto appropriarsi indebitamente dei beni patrimoniali della Libia, che ora invece sono protetti da un impiego improprio.

”Il governo di Gheddafi – prosegue la dichiarazione – ha violato le norme internazionali e il benchè minimo senso morale e deve essere ritenuto responsabile”. Obama ha aggiunto che l’instabilità in Libia costituisce una ”insolita e formidabile minaccia” per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e per la sua politica estera.

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