Sospetto Covid, che fare? Le indicazioni Simg ai medici: “Visite a domicilio solo se necessarie”

Sospetto Covid, che fare? I medici di famiglia visitino in studio i pazienti con sospetto Covid solo se necessario: è l’invito diramato dalla Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg). 

Sospetto Covid, che fare?

“L’elevata diffusibilità della variante Omicron e l’alta aggressività della variante Delta, ancora circolante nel nostro Paese, stanno accrescendo di molto la preoccupazione dei sanitari per l’aumento vertiginoso dei nuovi casi di infezione e di conseguenza di ricoveri ospedalieri e decessi da Covid-19 anche tra le persone vaccinate”, si legge sul sito della Simg. . 

“In qualità di società scientifica, ci sentiamo nel dovere di ricordare a tutti i nostri medici ed ai nostri assistiti alcune buone norme di comportamento e poche ma efficaci raccomandazioni per la protezione di se stessi, dei propri collaboratori e degli ambienti di lavoro”.

Sospetto Covid, che fare? Le indicazioni Simg per pazienti

Nel documento la Simg invita i pazienti, in caso di sintomi anche lievi che possano far pensare al Covid, a “isolarsi e contattare tempestivamente il proprio medico, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa personale”.

L’accesso agli studi medici deve essere programmato, la distanza in sala d’attesa tra ogni individuo deve essere deve essere superiore a 2 metri e la permanenza non deve superare i 15 minuti.

Ogni paziente che accede allo studio deve essere trattato sempre come caso sospetto e si dovrà effettuare un’indagine sui contatti degli ultimi giorni.

Sospetto Covid, le indicazioni Simg per i medici

Seguono le indicazioni per i medici. Nel caso specifico di visita a paziente sospetto o confermato per Covid-19 a domicilio, “l’invito è di gestire a distanza (telefono, videochiamata) i pazienti con sintomi sospetti (febbre anche lieve, raffreddore, sintomi simil-influenzali, tosse, malessere generale, mancanza d’aria, dolori muscolari, cefalea, faringodinia, alterazione di gusto e olfatto, sintomi gastroenterici) indipendentemente dalla anamnesi positiva per contatto stretto”.

Solo “in caso di necessità in base al protrarsi dei sintomi, ai dati derivanti dalla rilevazione in remoto dei parametri, alla situazione generale del paziente per età e/o comorbidità, e alla indisponibilità di servizio USCA dedicato, eseguire visita domiciliare adottando scrupolosamente le misure precauzionali: indossare tutti i dispositivi di protezione individuale (mascherina FFP2/FFP3, guanti, occhialini, camice monouso)”.

 

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