X

Aborto: per l’Imam sunnita è lecito dopo uno stupro

di Warsamé Dini Casali |6 Maggio 2009 15:59

Abortire se si è vittima di uno stupro, con l’assenso dell’autorità religiosa. Non si tratta però di un’apertura in materia sessuale della Chiesa cattolica: è una fatwa emanata dall’imam Mohammed Said Tantawi, massima autorità sunnita al Cairo. Tantawi si era già espresso a favore dell’aborto nel 2004. Questa volta ha voluto circoscrivere le circostanze della liceità dell’interruzione di gravidanza: l’aborto è ammesso solo quando una donna, che goda di una buona reputazione, è vittima di uno stupro per strada o mentre va a scuola, in un tempo limite di tre mesi dopo la violenza.

La proposta di un limite di tre mesi non è casuale: per il Corano solo dopo il quarto mese il feto riceve l’infusione dell’anima da parte di Dio.

In genere l’Islam è contrario all’aborto poichè rappresenta un tradimento della fede in Dio. Tuttavia esistono sfumature e deroghe nell’interpretazione della questione. Già in passato gli ulema di Bosnia e Algeria avevano concesso alle donne stuprate durante le stagioni di guerra di abortire quando violentate. I Wahabiti, l’ala più conservatrice dell’Islam, proibiscono sempre l’aborto ma ammettono l’uso di farmaci anticoncezionali entro i primi 40 giorni della gravidanza. La legge islamica inoltre fa prevalere i diritti della madre su quelli del nascituro e in Iran è consentito l’aborto di feti malati di Talassemia.

L’ultimo pronunciamento cattolico sul tema è avvenuto in via indiretta ma chiara: la scomunica chiesta dal vescovo brasiliano a medici, genitori e a chiunque avesse favorito l’aborto di una bambina brasiliana violentata. Poi c’era stato un ripensamento della stampa cattolica, in nome della carità umana, ma il vescovo non ha cambiato idea.

Scelti per te