«E’ ora di unirci come partito» Hillary Clinton chiede ai democratici di fare quadrato attorno a Barack Obama con un discorso che emoziona i 4440 delegati del Pepsi Center e punta a chiudere la stagione delle polemiche seguita al duello delle primarie. «Avete partecipato a questa campagna solo per me o per l’America?» ha retoricamente chiesto l’ex First Lady al parterre coperto di cartelli bianchi con il suo nome. Il boato ricevuto come risposta l’ha spinta prima a rivendicare i meriti della campagna fatta per «promuovere la riforma della sanità», «difendere la classe media» e «rispettare i veterani» e poi a chiedere a più riprese il voto per «Barack Obama presidente» al fine di evitare «altri quatto anni come gli otto che abbiamo già passato». Nei confronti di John McCain è stata di un’ironia pungente, pur senza affondare troppo i colpi. «La prossima settimana vedrà Bush nelle città gemelle di St Paul e Minnespolis perché sono proprio gemelli». Il popolo democratico le si è stretto attorno anche se non sono mancati fischi e lunghi silenzi quando lei ricordava i temi forti della propria agenda presidenziale.
La fine del discorso è stata in crescendo. Prima Hillary ha lodato le doti umane di Michelle Obama e le qualità politiche del candidato vicepresidente Joe Biden, poi ha ribadito il sostegno a Barack Obama e quindi ha guardato più lontano del prossimo Election Day chiedendo all’America di «continuare ad andare avanti» senza fermarsi nel momento delle sfide più difficili. All’uscita i fan di Obama plaudivano senza troppo clamore perché si aspettavano un mea culpa sugli attacchi delle primarie che non c’è stato, mentre quelli di Hillary piangevano.
Nel complesso l’atteso discorso punta a tenere assieme più esigenze: il sostegno a Obama per non assumersi la responsabilità di dividere il partito e la prospettiva di una sfida politica di lungo termine che lascia aperta la possibilità che possa tornare a candidarsi. Obama ha seguito il discorso in diretta tv da Billing, in Montana, plaudendo quando Hillary attaccava McCain.
